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Magali

Magali
venerdì 30 aprile 2010
Mentre scrivevo una mail ad una cara amica, riflettevo sul fatto che mi butto con entusiasmo in quello che faccio, (e Magali è la mia degna compare!), mi impegno in attività nuove e soffermandomi sulla gente che conosco, che mi circonda ed, in molti, non riscontro questa smania. Da qui ho mi sono posta questa domanda che ho girato a Magali: “Perché sono tutti così legati alla vita, se la riducono solo a nutrirsi, guardare la televisione ed espletare le funzioni fisiologiche giornaliere?”. Io credo che la morte sia molto più entusiasmante che un’esistenza del genere.
Perché adagiarsi, accontentarsi quando, con le possibilità che tutti abbiamo oggigiorno, possiamo veramente imparare tantissime cose, appassionarci a nuove scoperte, vedere, anche stando a casa, posti stupendi, fotografare, leggere …
Lo so che le nostre parole non scuoteranno le coscienze degli “immobili”, loro sono convinta siano soddisfatti del loro vivere monotono e insulso, ma noi serbiamo sempre una speranza … che qualche piccola cosa muti …
Magali vuole andare a farsi coccolare da una nostra amica … ha già preparato la sua “valigina” …

Ed ecco la ricetta di oggi, noi l'abbiamo fatta così ed è buonissima, per i carnivori se volete aggiungete una fettina di prosciutto cotto.

Crepes agli asparagi
Ingredienti per 12 crepes:

125 g di farina
2 uova
200 g di latte
40 g di burro
24 asparagi
12 fette di provola
70 g di gorgonzola
sale

Preparazione:
in un’insalatiera mescolate le uova con la fatina e il sale, dopo aggiungete dolcemente il latte e 20 g di burro fuso. Sbattete bene il composto.
In una padella antiaderente su un fuoco vivace passate velocemente il burro. versate due cucchiai di composto e quando la padella è ben calda muovete in modo che tutto il fondo sia ricoperto da uno strato fine di preparazione.
Fate cuocere qualche minuto da ogni lato.
Pulire e fate lessare gli asparagi in acqua bollente salata.
Tagaliate il gorgonzola a daadini.
Su ogni crepe mettete una fetta di provola, asparagi e due dadini di gorgonzola, arrotolate. Procedete così per tutte le crepes.
Mettete le crepes in una teglia imburrata, cospargete con 10 g di burro fuso e ponete in forno a 180° per 20 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

giovedì 29 aprile 2010
In merito agli eventi di ieri ho riflettuto: la delusione rientra nel turbinio dell’esistenza e sicuramente l’aiutare il prossimo crea l’ingrato. La mia disponibilità sicuramente, da alcuni viene ricambiata con gratitudine, da altri con il sentimento opposto, ma vi assicuro, non è questo il motivo della mia tristezza. La causa sta nel dispiacere di vedere sprecati talenti, capacità … ci sono eventi della vita, in cui non ce ne rendiamo conto, veramente il prendere una strada o l’altra, quella in salita o in discesa, come dice Terzani, fa la differenza. La via in salita ti forgia, ti porta, forse non a un traguardo immediato, ma sicuramente ad un’evoluzione interiore, ad un’apertura mentale, al fatto che quando, a distanza di anni, ti guarderai indietro, saprai di aver incontrato delle difficoltà, ma di aver imboccato la strada migliore …
Mi permetto di affrontare questo argomento in codesto modo, perché sono molto intransigente con me stessa e sono nata con un forte senso del dovere, lo so è una parola inusata di questi tempi, ma se bandissimo tutte le giustificazioni al nostro non fare, non prendere decisioni, non impegnarci e dicessimo devo fare, devo decidere, devo prendere decisioni, sarebbe molto più costruttivo.
Ammetto che se tutti agissimo così vivremmo in un mondo di uguali, ma guardandomi intorno mi sembra di scorgere uomini e donne assolutamente privi di attributi e potere decisionale, indipendentemente dall’età.
Sono stanca di sentire continue giustificazioni, “non so”, “farò” e mi sorge una domanda:”Ma i coglioni a quale età devono spuntare?”
Scusate lo sfogo e la volgarità, ma “Semel in anno licet insanire” - "Una volta l'anno è lecito impazzire" ed oggi è toccato a me!
Ed ora vi presentiamo il MITICO GIGIO una forza della natura, gli facciamo gli auguri il 27 aprile ha compiuto 2 anni! Appartiene alla tribù dei simpatici Franchi che cogliamo l'occasione per salutare con tanto affetto!
Ed ecco la ricetta del giorno, i carnivori hanno detto che è ottima!


Vitello alla Strogonoff
Ingredienti per 6 persone:
1 kg di noce di vitello
250 g di champignons
20 g di burro
2 grosse cipolle
4 cucchiai di marsala
200 ml di panna
2 cucchiai di prezzemolo tritato
sale e pepe
olio di oliva

Preparazione:
tagliate il vitello in strisce.
Se i funghi non sono piccoli tagliarli in quarti.
Far fonder e il burro in una padella antiaderente e far rosolare i funghi per circa 2 minuti. Scolarli. Nella padella con un po’ di olio fate soffriggere le cipolle per una decina di minuti. Toglietele dalla padella.
Rimettete la padella sul fuoco e fate friggere le strisce di vitello per 4 minuti. Aggiungetevi le cipolle, i funghi e il marsala, fate cuocere un paio di minuti. Aggiungete la panna, sale, pepe e il prezzemolo. Amalgamate il tutto e servite caldo.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.

mercoledì 28 aprile 2010
Nella ricetta di ieri, non mi sono confusa, ho proprio usato, tra gli ingredienti, il cipollotto rosso, che non è la cipolla di Tropea, è proprio come quello bianco dai ciuffi lunghi verdi che si mette nell’insalata, ma la mia verduriera ed amica ne ha una variante rossa, se non la trovate usate pure quello bianco da insalata.
Oggi chiedo scusa a voi tutti, ma in questo momento vorrei scriver qualcosa, ma ho avuto una forte delusione, che mi ha fatto molto male, devo prendere una decisione se continuare ad essere disponibile oppure disinteressarmi e pensare a me stessa. Non vi chiedo consigli, perché non sono solita elargirne, in quanto li ritengo inutili. Mi ritiro a riflettere.

Oggi, per fortuna è il giorno del pesce (piatto preferito da Magali) e così ha cucinato lei!

Tortino di acciughe
Ingredienti per 4 persone:

500 g di acciughe fresche
2 patate
4 cucchiai di panpesto
prezzemolo tritato
timo
olio di oliva extravergine
sale

Preparazione:
pulire, sciacquare ed asciugare le acciughe.
Pelare le patate e affettarle sottilmente.
In una scodella mettete il panpesto, prezzemolo, timo, sale e amalgamate.
In una pirofila unta mettete uno strato di acciughe, patate, il composto di panpesto e un filo d’olio, continuate fino alla fine degli ingredienti.
Mettete in forno a 200° per 30 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
martedì 27 aprile 2010
Ieri ho ricevuto questi doni che arrivano direttamente dal Perù, ci hanno fatto piacere, perché significano che la cara Rossana ritornata, per un breve periodo, nella sua terra natia ci ha pensato! Con Magali riflettevamo sul fatto di come il mondo sia variegato e, lo è da sempre, ma di quanto possiamo oggi avvicinarci a persone di culture diverse. Passeggiando in città si nota un caleidoscopio di razze, colori e solo quando questo fenomeno sarà diffuso ovunque, questa esperienza diventando comune non sarà più degna di nota. Ancora oggi purtroppo, molti hanno paura del “diverso”, sicuramente per ignoranza, perché non approfondiscono la conoscenza di costumi differenti dei nostri, ma non totalmente da rifiutare. Sarebbe bello se, da questa miscellanea di popoli, nascesse uno scambio proficuo, che portasse da un lato ad abbandonare credenze arcaiche e contrarie al rispetto umano e dall’altro allo sviluppo costruttivo per una comunità, sicuramente ricca di sfaccettature variopinte, ma migliore. Le differenze esistono e non vi deve essere il prevalere dell’una sull’altra, ma attraverso un lavoro paziente si può far emergere la parte migliore di noi stessi, trasmetterla ai nostri vicini, come se immaginassimo di tessere un tappeto: ogni filo, ogni colore appartiene ad una cultura diversa, ma assieme diventa un’opera unica, coesa.
In qualsiasi patrimonio di conoscenze esistono consuetudini da rinnegare: facciamolo e colmiamo i vuoti creati con abitudini ed ideali che migliorino il nostro “bagaglio”, andiamo avanti insieme verso un mondo di cui essere fieri e siamo consapevoli che anche noi possiamo, nel nostro piccolo, fare la differenza!

Ecco la ricetta del giorno, avevamo desiderio di qualcosa di semplice, ma un po' diverso ...


Sentore d’oriente
Ingredienti per 4 persone:

3 zucchini
2 cipollotti di Tropea
100 g di funghi champignon
200 g di noodles (potete usare anche dei tagliolini)
5 dl di acqua
salsa di soia
sale

Preparazione:
pulite e tagliate a julienne i cipollotti e gli zucchini. Pulite e tagliate i funghi.
In una casseruola mettete l’acqua, le verdure, il sale e portate a ebollizione, aggiungete i noodles e la salsa di soia. Fate cuocere fino a cottura della pasta (se preferite avere più brodo aggiungete dell’acqua tiepida).
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

lunedì 26 aprile 2010
«È qui che ti sbagli. È il sorridere che rende felici»"
“Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano” di Eric-Emmanuel Schmit.

Da questo libro qualche anno fa è stato tratto l’omonimo film, che, forse, qualcuno di voi, come me, ha visto ed apprezzato, il cui interprete era il bravissimo Omar Sharif. Narra la trasmissione di saggezza da parte di Monsieur Ibrahim, anziano proprietario turco di una drogheria in un quartiere di Parigi, nei confronti di Momo un ragazzo ebreo, orfano di madre e con un padre depresso. L'anziano musulmano cerca di farlo sorridere spiegandogli, contrariamente a quanto pensa il ragazzo, che dal possedere non deriva necessariamente la felicità e l'esternazione di essa, cioè il sorridere non è, di conseguenza, privilegio esclusivo dei ricchi.
Oggi sono andata a far delle commissioni e ho provato … ero in auto mi sono fermata più di una volta per far passare i pedoni e ho sorriso, ho fatto degli acquisti ed uscendo ho salutato e sorriso, ho incrociato persone mentre attraversavo la strada e ho sorriso. In città è raro avere scambi con sconosciuti eppure tutti coloro i quali ho incontrato hanno ricambiato in egual misura, forse se questa fosse un’abitudine, non voglio ricadere nella retorica e dire che il mondo sarebbe migliore, ma sicuramente aiuterebbe a sciogliere la tensione e, molti, si sentirebbero meno soli. Tornata a casa, presa dalla foga ho sorriso pure a Magali!
Di solito sorridiamo, siamo disponibili, solo se siamo allegri, ma se invece di aspettare di non avere più preoccupazioni per sorridere, se assumessimo questo comportamento, questo sarebbe sicuramente la causa e non il risultato di una spensieratezza interiore e sicuramente ci solleverebbe ed allontanerebbe, anche solo per un attimo, i nostri affanni.
Salutiamo una nuova amica Rita e una carezza speciale alla sua Miledy e poi ringraziamo un nostro sostenitore ed amico Neri. E Magali vuole mandare un saluto a Tommi!
Oggi vi presento una ricetta che mi ha dato Ursula, una pelosotta simpatica, energica e coccolona! Cogliamo l’occasione per farle tanti auguri per l’intervento di domani. TI PENSIAMO!!!

Dimenticavo di dirvi che lei divide la sua vita con Pia, (l’umana del blog dituttounpoceramica) ed ora bando alle chiacchiere …


Tartine di Ursula
Ingredienti:
300 g di fave sgusciate
50 g di pecorino
pane bianco o di segale secondo il gusto
olio extravergine di oliva
sale e pepe

Preparazione:
fate cuocere le fave in acqua bollente salata per 5 minuti, raffreddatele sotto l’acqua fredda e scolatele, privatele della pelle. Frullatele con 4 cucchiai di olio e aggiungere il pepe. Aggiungete la metà del pecorino, frullate e se il composto rimane troppo compatto aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura delle fave.
Spalmate il composto sul pane grigliato e decorate con scaglie di pecorino.
E come dice Ursula “leccatevi i baffi!”

domenica 25 aprile 2010
Voglio mandare un saluto speciale ai miei cari amici che vivono a Biella, non ci sentiamo, nè scriviamo spesso, ma so che loro ci seguono attraverso il blog ed allora voi tutti un abbraccio affettuoso, vi pensiamo molto di più di quanto possiate immaginare!
Ed anche un bacione alla cara Annamaria che ci legge sempre! Lei pensa che non sia vero, ma con il computer è in gamba!
Lo so avevo promesso … ma questa non è una riflessione, ma un’osservazione, stamattina sono andata a trovare Publi, la micina del lavoro (chi desidera può leggere la sua storia alla ricetta n° 336 di gennaio e n° 319 di febbraio), che ovviamente appena mi ha visto, per paura che la portassi dal veterinario è scappata via alla velocità della luce … attraversando tutta la città ho notato solo una bandiera italiana che sventolava da un balcone … in passato avevo parlato sul blog della mancanza, da parte di ognuno di noi di sentirci parte di una nazione e quella di oggi è solo una constatazione derivante da questo pensiero, ma è ancora più triste notare che vedremo tantissime bandiere, in mostra, in occasione dei prossimi mondiali di calcio … non faccio commenti.
Ancora due foto scattate ieri ...


Stamattina ci è venuto il desiderio di una colazione diversa e più sostanziosa, così Magali ed io abbiamo preparato i pancakes!


Pancakes
Ingredienti per 12 grandi pancakes:

1,5 dl di latte o 150 g di latte
2 uova
2 cucchiai di burro fuso
1 cucchiaio di zucchero
200 g di farina setacciata
1 cucchiaino di lievito

Preparazione:in un’insalatiera mettete le uova, la farina, il latte, il burro fuso, lo zucchero, la farina e il lievito e sbattete fino ad ottenere una pasta omogenea e relativamente spessa.
Imburrate una padella antiaderente e con un mestolo versate un po’ di composto. Dopo un minuto quando sulla superficie compaiono dei piccoli buchi, giratelo con l’aiuto di una spatola e fate cuocere l’altra parte per circa un minuto.
Tenete i pancakes al caldo nel frattempo che preparate gli altri.
Potete servire con marmellata o sciroppo d’acero o burro fuso.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
sabato 24 aprile 2010
Come promesso oggi nessuna riflessione, Magali ha dormito beatamente ed io sono uscita e girato l'angolo ho fotografato qualche scorcio primaverile cittadino.


Ecco il dolce di oggi, buono adatto a tutti, potete usare solo il succo di ananas se lo preparate per dei bambini.



Torta all'ananas
Ingredienti:

1 scatola di ananas
200 g di farina
50 g di burro
150 g di zucchero
3 uova
2 cucchiaini di lievito
1 bicchierino di rhum
succo dell’ananas
burro per la teglia

Preparazione:
imburrate bene la teglia (lo stampo non deve essere a cerniera) e sul fondo mettete 50 g di zucchero.
Ricoprite il fondo con le fette di ananas ben asciutte..
In un’insalatiera sbattete i rossi d’uovo con 150 g di zucchero, aggiungete il burro fuso, un po’ di succo di ananas e un bicchierino di rhum. Aggiungete la farina con il lievito, mescolate. Infine gli albumi montati a neve ben ferma. Il composto deve essere fluido.
Versate il composto nella tortiera ed infornate in forno (preriscaldato) a 200° per 40 minuti.
A cottura ultimata toglietela dal forno e capovolgetela subito.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

venerdì 23 aprile 2010
Il bugiardo ci guadagna questo: spesso non viene creduto neppure quando dice la verità.
Esopo

Nella favola di Esopo il pastorello urla, per divertimento, e non dettato dal pericolo, più volte “al lupo, al lupo” ed alla fine il lupo giunge veramente e fa strage di pecore, ma nessuno accorre alle sue grida di aiuto. In questo frangente il bugiardo viene “punito”, ma nella vita è sempre così? Chi mente viene smascherato?
Parlavo con Magali, lei quando si parla di animali sta con le orecchie ben dritte, poi le ho spiegato che quello era solo uno spunto per una faccenda più profonda! Ci siamo chieste se è meglio dire la verità o mentire?
Personalmente sono da sempre una paladina della verità ad oltranza e la maggior parte delle persone che ho incontrato finora mi hanno sempre detto che è un pregio, non un difetto … fin quando quello che penso non viene detto a loro … ma?
Io preferisco essere trasparente, non diplomatica, anche perché non riuscirei ad essere in altro modo, all’inizio questo mio atteggiamento era dettato dall’incoscienza della gioventù, ora dalla sicurezza della vecchiaia. Ho sempre pensato che non ha senso avere il coraggio di commettere tante azioni, di vivere molteplici situazioni, se poi non si hanno le “palle” per parlarne …
Bisogna anche ammettere che la menzogna è tanto comoda, ti toglie dai guai, da situazioni difficili … ma se al bugiardo viene tolta la maschera, dietro troviamo solo un essere scialbo, che non ha le potenzialità dialettiche, intellettive per intessere un dialogo basato sulla chiarezza. Un bambino mai cresciuto.
Chi mente non si rende conto che, in caso di scoperta, può perdere gli affetti più cari e se, questi pazientemente perdonano, sicuramente non sarà più degno di fiducia, come il pastorello della fiaba.
A voi la scelta e non giustificatevi dicendo che ci sono bugie grandi e piccole, l’entità di una menzogna e il male che produce, può essere valutato solo da chi la riceve.
Vi prometto che nel fine settimana non vi annoieremo con le nostre riflessioni!


Ed ora la ricetta del giorno ovviamante ... a base di verdure!


Sformato di taccole
Ingredienti:

700 g di taccole
2 carote
1 cipolla
erba cipollina
3 uova
3 cucchiai di panna
prezzemolo tritato
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
olio di oliva
sale e pepe
burro per la teglia

Preparazione:
pulite la cipolla e le carote, affettatele finemente e fatele rosolare con un po’ di olio in una padella antiaderente. Fate cuocere per 15 minuti.
Pulite le taccole e fatele cuocere per una decina di minuti in acqua bollente salata. Scolatele e tagliatele a pezzi di circa 2 cm.
Aggiungetele alle carote.
Salate, pepate e aggiungete il prezzemolo. Fate intiepidire.
In un’insalatiera sbattete le uova con panna, sale, parmigiano e l’erba cipollina tagliata finemente. Aggiungete le verdure e mescolate.
Mettete il composto in uno stampo imburrato.
Fate cuocere in forno a bagnomaria per circa 40 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

giovedì 22 aprile 2010
Il peggior peccato verso i nostri simili non è odiarli, ma essere indifferenti.
George Bernard Show

Parlavo con Magali di questo argomento e riflettevo sul fatto che il comportamento peggiore che si possa tenere nei rapporti interpersonali è l’indifferenza. L’esaltazione del "non": assenza di sentimento, rispetto. L’essere algidi e privi di considerazione. Non tenendo presente questi aspetti, si nega all’altro l’esistenza. Se analizzato sotto questa luce, un tale comportamento è veramente atroce. La “vittima” è equiparata al nulla, il suo essere, sentire, le sue esigenze, le parole che esprime, le domande che pone non sono degne di nota. Questo sminuisce, indebolisce e mina veramente la resistenza di una persona.
La pelosotta ed io ci domandiamo se veramente chi attua un tale comportamento di disinteresse è cosciente del male che innesca, della disperazione che crea nell’altra persona. Concordo con lo scrittore inglese quando enuncia che il peggior peccato non è l’odio, in quanto se su di noi viene riversato tale sentimento, questo alimenta in noi la rabbia, il senso di rivalsa, di provare a noi stessi ed al mondo le nostre capacità.
L’insensibilità è inquietante, malvagia. Chi la mette in atto è un vigliacco, che non ha nè il coraggio, né il tempo di provare altri sentimenti. Questo avviene in un ambito limitato e si diffonde fino all’indifferenza universale.
La coscienza diventa apatica, grigia ed indolente. Non possiamo permettere che tutto ciò avvenga, perché l’epilogo sarebbe solo la paralisi totale. Dobbiamo risvegliarla, porci quesiti sul nostro prossimo vicino e lontano, e trovare la forza per iniziare un percorso catartico.
Ed ora ecco due bellissime fotografie scattata dalla mia amica Cristina, anche lei ha un blog di cucina (pane, burro e zucchero) , mi ha spedito alcuni paesaggi e le ho chiesto il permesso di pubblicarli. Il primo mi ricorda il giappone, i colori tenui, i raggi che penetrano, sono stupendi. Il secondo, per me è nostalgico, perché in me fa ritornare in mente una foto scattata più 30 anni fa … quindi Magali ed io all’unisono la ringraziamo e le diciamo: “BRAVA CRIS!”


Ed ora visto che la mano destra va meglio, ma non è ancora pienamente efficiente, con l’aiuto di Magali abbiamo preparato questo secondo semplice, semplice. Oggi mio nipote lo ha mangiato e ne ha confermato la bontà!


Portafoglio imbottito
Ingredienti per 4 persone:
4 fette fini di vitello
4 sottilette
4 fette prosciutto cotto
olio d’oliva

Preparazione:
su ogni fetta di vitello mettete una fetta di prosciutto e la sottiletta. fermate con uno stuzzicadenti.
Fate cuocere in una padella antiaderente con poco olio per 5 minuti, girando il “portafoglio” durante la cottura. Salare.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
mercoledì 21 aprile 2010
Qualche giorno fa questa meravigliosa donna , che è mia moglie mi ha chiesto: “Se ci telefonasse uno dicendoci che ha scoperto una pillola che ti fa campare altri cent’anni la prenderesti? “. E Terzani continua: no, ma perché? Per rifare le cose che ho già fatto? Per ripetermi? Come ti dicevo mi incuriosisce di più morire, mi spiace solo che non potrò scriverne. Altrimenti non mi preoccupa , perché credo che in qualche modo sono stato fortunatissimo, godo di ogni giorno come fosse un altro giro di giostra e poi sento che sono in armonia, ho ritrovato equilibrio, che poi il sistema immunitario faccia casino chi se ne importa. Io sono in pace e lo sono davvero. Ho trovato con questo giro di giostra, questo libro, questa storia, la soluzione , sai è una grande occasione di ripensamenti, lo so c’è il dolore spaventoso, c’è l’angoscia, sai se questa cosa mi fosse successa a 30 anni, con i figli piccoli e una famiglia ancora da mettere in piedi, porca miseria, forse non l’avrei presa così sorridendo, ma se ora ho 66 anni e che voglio di più? Allora il libro è la storia di uno che ha già fatto la strada e a quelli che vengono dopo con la malattia, con un acciacco, con una disgrazia o con un dolore dice: “attento lì c’è una buca, gira a sinistra se ti riesce e, dinanzi a un bivio di una strada che va in basso e di una strada che va in alto, prendi sempre quella che va in alto, ti troverai sempre meglio”.

“Anam il senza nome” – l’ultima intervista di Terzano Terzani

Oggi il blog mi ha fatto un grande regalo: ho capito che il leggere, il ricercare nel “cassetto della memoria” frasi assaporate tempo fa, mi rende viva, mi dà una gioia, uno stimolo immenso. E poi il sapere che qualcuno di voi legga le mie umili parole, le trovi belle e condivida il mio pensiero, questo è veramente, per me, fonte di grande forza nel proseguire questo mio cammino dell’anima.
Sono in ritardo, perché ho voluto trascrivere per voi queste parole, per me, significative di Tiziano Terzani, giornalista dalle capacità indiscusse, ma soprattutto Uomo.
Mi sento molto vicina a lui, perché parla la mia stessa lingua. Rappresenta, per me, veramente un esempio a cui ambire: la dimostrazione che la vita deve essere percorsa con gioia, entusiasmo, curiosità fino al raggiungimento della serenità dello spirito. Perché, come lui, esprime benissimo con parole che toccano il cuore bisogna andare al di là, perchè il viaggio della vita deve portare al raggiungimento della serenità. Esprime concetti, sensazioni che sento miei da tempo, una sintonia intensa mi lega a lui. La pace a cui lui fa riferimento è autentica, sgorga copiosa dalla sua anima, perché lui ha compreso ed accetta serenamente che il suo cammino terreno è terminato e si appresta a viverne un altro ancora più avventuroso e ricco di preziose scoperte.
Magali oggi ha scelto la comodità!

Ed ecco il piatto del giorno, oggi c'è il suo cibo preferito, preparato con le sue zampotte! Lei è ancora lì che si lecca i baffi!

Calamari primavera
Ingredienti per 4 persone:

700 g di calamari
200 g di piselli sgusciati
300 g di taccole
200 g di fave sgusciate
2 cipollotti rossi
olio extravergine d’oliva
aceto balsamico (o se preferite limone)
sale

Preparazione:
pulire i calamari e farli lessare in acqua bollente salata. Lasciarli intiepidire e tagliarli.
Far cuocere in acqua bollente salata separatamente le verdure. Scolarle. Pelate le fave.
In un’insalatiera mettere i calamari e le verdure, aggiungere i cipollotti affettati finemente e condire con olio extravergine, aceto ( o limone) e sale. Servire tiepido.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
martedì 20 aprile 2010
Informo tutti che il taglio procede bene, sono due giorni che la mano non tocca l’acqua e quindi non ho potuto far le pulizie! :0)

Nulla viene dato per certo, tutto ha un senso nella nostra vita, tutto può accadere indipendentemente dalle nostre volontà, ma il sol pensiero di poter fallire ti distrugge!
Arthur Bloch

Questa frase è tratta da una delle innumerevoli "legge di Murphy".
Questo ci ha portato a riflettere sul fatto che gli esseri umani non riescono ad accettare gli aspetti negativi dell’esistenza, come lo star male, il fallire … Premettiamo che non semplice, ma questa è la vita. Ogni impresa contempla sofferenza, se sapessimo già a priori di riuscire a raggiungere il nostro obbiettivo, perché dovremmo impegnarci? Se conoscessimo in anticipo l’epilogo negativo di una nostra iniziativa che senso avrebbe intraprenderla? Se tutto scorresse sempre senza intoppi, quale insegnamenti riusciremmo a trarre?
Molti sono abituati ad una esistenza senza salite, scale e sassolini, ma questa non è vita.
L’evoluzione di una persona (i gatti sono già esseri superiori) non è direttamente proporzionale alla sua sofferenza, ma ci si avvicina molto.
La “grandezza” dell’essere umano sta nell’accettare anche la difficoltà, il possibile fallimento, che deve essere solo un impulso a non arrendersi nell’arduo cammino dell’esistere.
Siamo convinte che sia importante intraprendere l’impresa, non il risultato che si raggiunge.
Riconosciamo che non a tutti tocca la stessa percentuale di sofferenza e di insuccessi, ma questo è il gioco della vita. La cosa importante è andare avanti sempre e Magali ed io auguriamo a tutti di avere un asso nella manica da tirare fuori al momento opportuno, sia anche solo voltarsi e vedere che al proprio fianco c’è qualcuno, peloso o meno, pronto a condividere con noi “il tutto”.

Ed ecco Magali nella sua residenza primaverile!


Oggi vi proponiamo un primo … da leccarsi i baffi!


Farfalle al volo
Ingredienti per 4 persone:
320 g di farfalle
80 g di gorgonzola
150 g di ricotta
1,5 dl di latte
1 pera soda
1 cucchiaio di polvere di mandorle
4 cucchiai di vodka o gin
20 g di burro
sale e pepe

Preparazione:
in una padella antiaderente fate sciogliere 10 g di burro, il gorgonzola, la ricotta, mescolate ed aggiungete dolcemente il latte. Fate cuocere ed assorbire il latte fino ad ottenere una crema, togliete dal fuoco.
Fate cuocer la pasta in acqua bollente salata.
Durante la cottura della pasta, in un'altra padella mettete 10 g di burro e fate saltare, a fuoco vivace, la pera pelata e tagliata a dadini, aggiungete il liquore e … date fuoco.
Scolate la pasta aggiungetevi la crema di formaggio, le pere, spolverizzate con la polvere di mandorle e pepate.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

lunedì 19 aprile 2010
C’è un silenzio di pace, quando il deserto dispensa di sera la sua frescura, dandoci l’impressione che siamo ormai giunti al porto tranquillo e le vele sono ammainate. C’è il silenzio del meriggio, quando sotto il sole battente cessano pensieri e movimenti… E c’è il silenzio profondo, quando di notte si trattiene anche il respiro e ci si mette a origliare.
Antoine de Saint-Exupéry

Io adoro il silenzio, non la semplice assenza di suoni, ma quello tipico del deserto, in cui si diventa più vigili, i pensieri si illuminano di chiarezza insperata, che ci dà la possibilità di vivere esperienze più intense.
Prima anche io, come molti, per necessità o per scelta, vivevo quotidianamente immersa nei rumori, nel vociare, spesso vacuo.
Si acquisisce come abitudine il vivere superficialmente, non ci si sofferma più a far risiedere nel cuore e nella mente i valori importanti dell’esistere. Si riempiono solo di banalità ed è sempre più difficile liberarli dalle sovrastrutture futili imposte dal nostro tempo.
Molti preferiscono farsi travolgere continuamente dalla frenesia del fare, dello stare continuamente con gli altri del muoversi … si arriva ad avere paura della solitudine, della pace, della tranquillità forse, perché, in quei momenti, ci si trova soli con stessi e si potrebbe anche scoprire di non stare bene in compagnia dell’essere che siamo diventati.
Sono convinta che per tutti, giunge un momento dell’esistenza in cui si trascorre più tempo da soli e tutto questo deve essere veramente un passaggio positivo, di crescita interiore.
Invito ognuno di voi a “calarsi” anche solo per cinque minuti al giorni nel proprio silenzio e di liberare dolcemente il vostro cuore e la mente dalle impurità accumulate nel corso del tempo.
Il bellissimo piatto che vedete nella foto mi è stato regalato dalla mia carissima amica Maria Pia, tra i gatti c’è anche Magali, la quale è stata entusiasta quanto me di questo squisito pensiero. Se date un’occhiata al suo blog ( http://dituttounpoceramica.blogspot.com/ ) potete vedere il bellissimo e coloratissimo piatto a forma di pesce, di sua creazione, accurata la presentazione e ottimo il contenuto pappato personalmente!
Ed ora ecco la ricetta del giorno, io sono molto limitata e lo sarò per parecchio tempo, ho un dito della mano destra vistosamente fasciato (non scendo in particolari cruenti, ma ieri non è stato per nulla piacevole) e devo stare molto attenta a non bagnarlo … cercherò di fare del mio meglio e, mi scuso fin d’ora se i prossimi piatti saranno semplici, perché cucinati ad una mano e quattro zampotte!


Capricci frettolosi
Ingredienti per 4 persone:

2 uova
4 asparagi
4 fette di provola
1 cucchiaio di maionese
2 cucchiai di ricotta
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
sale e pepe
olio di oliva

Preparazione:
con le uova preparate due frittatine sottili.
Fate lessare gli asparagi in acqua bollente salata.
In una scodella amalgamate la ricotta con sale, pepe e parmigiano.
Prendete una frittatina spalmatela di maionese e dividetela in quattro. Su ogni fetta di provola, mettete un pezzo di frittata, l’asparago e arrotolate.
Disponete la crema di ricotta sull’altra frittatina, arrotolate e tagliate in quattro pezzi.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

domenica 18 aprile 2010
Prima di tutto vi consigliamo, per chi non l'avesse ancora fatto, di leggere il post di ieri.
Se potessi … suggererei a chiunque di scrivere un blog come sto facendo io …
Rifletto con Magali, vado alla scoperta del più oscuro lato di me stessa, a volte ho paura, perché non mi conosco fino in fondo e non so se le nuove scoperte saranno gioiose o porteranno alla luce ricordi tristi sopiti da tempo. Questo mio scrivere, all’inizio, era solo di cucina ed ora invece …
Ogni giorno mi siedo davanti ad un foglio bianco e vi parlo delle conversazioni con la pelosotta che a volte toccano le corde oscure della mia anima. Non so cosa vi racconterò domani, qualche banalità o cose più profonde, chissà! E' come pescare ad occhi chiusi da una scatola piena di gioie, ricordi, amicizie, vita …
A questo punto della mia esistenza, al di là di tutto, non ho alcun rimpianto, non ho scuse non dette, sentimenti non esternati, abbracci non dati, perdoni non concessi o rancori accumulati, non sono perfetta … sono solo una persona che ha cercato di stare attenta al proprio cammino ed agli altri. Da sempre ho pensato, e lo dico con estrema serenità, che in qualsiasi momento me ne debba andare via non voglio lasciare conti sospesi. Voi non ci crederete, ma quando scrivo sul blog penso a tutte le persone che mi seguono e che conosco, realmente o virtualmente, e a quelle sconosciute e vorrei dare un volto a tutti … non per curiosità, ma perché è come se un filo unisse tutti noi. Una lungo nastro colorato che parte qui dalla zampotta di Magali, poi nella mia mano, poi passa in quella di tutti coloro che ci leggono … nella mia città e via via … più lontano …
Ho sempre pubblicato tutto ciò che ho scritto, nulla, finora, è stato cestinato, anche a costo di apparire come in realtà sono: strana, eccentrica, strampalata e Magali è il mio opposto, una lady che mi sprona e mi segue in ogni impresa, che rende ogni mio giorno unico, perché mi porta a soffermarmi su una molteplicità di eventi, attraverso i suoi occhi magici vedo le sfaccettature iridescenti ed insieme proseguiamo questo cammino, a volte in silenzio, ma questo non è importante, la peculiarità è l’affetto che ci lega e che cerchiamo di trasmettervi attraverso il nastro colorato …

La ricetta di oggi è semplice, ma appetitosa, consigliata dalla mia amica verduriera Antonietta.
Spero domani di riuscire ad andare avanti nel blog, perché oggi, a pranzo, mi sono affettata in modo "pesante" un dito con la mandolina ... (oggi Fabio ha lavato i piatti e il blog è stato scritto lentamente a 9 dita e 1 zampotta!)


Insalata di Antonietta
Ingredienti per 4 persone:

700 g di cipolle fresche
1 scatoletta grande di tonno sott’olio
2 uova sode
olio extravergine di oliva
aceto balsamico
sale

Preparazione:
far cuocere le cipolle in acqua bollente salata. Scolatele e tagliatele a pezzi.
Sgocciolate il tonno e spezzettatelo.
Sbucciate le uova sode e tagliatele a fettine.
In un’insalatiera mettete le cipolle, il tonno, le uova sode e condite con sale, olio extra vergine e aceto balsamico.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”



Dimenticavo prima dell'affettamento, ho partecipato a questo concorso di cucina, e chissà, vi farò sapere gli sviluppi ...

Il team di NERONERO

NERONERO.it organizza un premio di beneficenza per Chefs Sans Frontières.
Tema: la miglior ricetta a base di caffè.

Le 50 ricette più meritevoli saranno raccolte in un libro il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza, al netto delle spese, all'associazione Chefs Sans Frontières per l'insegnamento del mestiere della ristorazione a ragazzi di strada di tutto il mondo.
Per partecipare è necessario inviare una o più ricette all’indirizzo ricetta[at]neronero.it entro e non oltre il 30 Aprile 2010. La mail deve presentare come oggetto “Premio miglior ricetta”. Le ricette proposte devono essere complete di ingredienti e delle modalità di preparazione; devono prevedere l’utilizzo del caffè.

Premi per le migliori ricette:
• 1° premio: macchina caffè EP 800 / LB 800 (a scelta) + 500 cialde Lavazza;
• 2° premio: buono sconto del 90% sulla macchina caffè LB 800 + 300 cialde Lavazza Blue;
• 3° premio: 300 cialde Espresso Point;
• Per le prime 3 ricette: inserimento nei menu dei ristoranti Chefs Sans Frontières;
• Per le prime 50 ricette: pubblicazione su libro, con ricavato donato in beneficenza.

Per informazioni sul concorso, sulle macchine per caffè e cialde lavazza in palio: NERONERO.it
Per informazioni sull'associazione no-profit cui saranno devoluti i ricavati: Chefs Sans Frontières

Sostieni la nostra iniziativa:
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• condividi questo bando su Twitter;
• ripubblica questo bando sul tuo sito/blog.
sabato 17 aprile 2010
Se seghi un albero, getterà di nuovo, se ferisci una persona con una spada la ferita guarirà dopo un po’, e se qualcuno ti conficca una freccia nel cuore, puoi estrarla, ma la ferita provocata da una parola non guarisce mai. Non si può annullare l’effetto di quella parola. L’albero del rancore che hai piantato getterà radici profonde nel terreno e suoi rami arriveranno fino alla stella rossa.
da Calila ed Dimna

Calila e Dimna è «uno dei sei o sette libri antichi persiani più importanti, la nostra prosa più bella»: così scrive Kader Abdolah, egli ha raccolto questo tesoro della sua terra e lo ha offerto ai lettori occidentali, è ricco di moniti ed esortazioni come quella che ho riportato oggi.
Una frase cattiva detta sotto l’impulso della collera, può lasciare delle tracce indelebili e che, a volte, possono alimentare l’odio di generazioni. Pensiamo che il verbo possa morire al suo nascere, appena proferito e dissolto il suo suono, ma non è così e la sua energia negativa prolifica dando origine a un male senza fine.
Quando siamo arrabbiati, dovremmo veramente controllare le parole, perché feriscono, la lacerazione è profonda. Io ho perdonato, ma non ho dimenticato. Mi sono impegnata per far sì che il male svanisse, ma non ci sono riuscita, ci sono frasi che ormai sono diventate cicatrici dentro di me, che vorrei cancellare, ma è impossibile. Vi capiterà, come accadrà anche a me, di adirarvi, ricordiamoci tutti insieme di questa frase e pensiamo veramente prima di proferire verbo … questo non vuol dire non esprimere le proprie opinioni, ma significa solo esternare quello che veramente pensiamo. Non servono scuse postume ad una frase cattiva, il dolore sordo, lacerante è stato provocato e la ferita, con il tempo, si potrà rimarginare, ma non scomparirà.

Ed ecco la ricetta del giorno

Coquitos
Ingredienti:

3 albumi
120 g di zucchero
200 g di cocco grattugiata

Preparazione:
a bagno maria montate a neve ferma gli albumi con lo zucchero. Togliete dal fuoco ed aggiungete la noce di cocco grattugiata.
Con l’aiuto di una siringa formate delle palline e mettetele sulla placca del forno imburrata.
Fate cuocere in forno a 180° per circa 30 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
venerdì 16 aprile 2010
Non che io sia una scrittrice, ma oggi ho il blocco …
non so che dirvi e non voglio essere ripetitiva, mi viene da ridere se penso che, a volte, mi fa piacere che voi ci siete, perché siete discreti come i gatti …
Sono un animo solitario costretto dalla mia disponibilità a svariati rapporti sociali, ma oggi è uno di quei giorni in cui scapperei volentieri a bordo di un tappeto volante, non ho voglia di guidare e Magali non arriva ai pedali della frizione e del freno. La pelosa prende tutto sul serio, non le posso dire una cosa che … è già nell’ingresso che mi aspetta con gli occhiali e la calottina da aviatore stile anni ’30. Ha la sua valigina pronta e mi guarda interdetta mentre cerco di spiegarle che il tappeto su cui appoggia le sue zampotte difficilmente si alzerà in volo e ci porterà lontano …
Ha detto che lei non ha fretta e ha deciso di non demordere … fossi io determinata, nel comportamento, come lei a quest’ora dai molti che mi circondano, sicuramente, avrei ottenuto più riguardo.
Ecco il rispetto, bellissima parola, ricca di mille risvolti: attenzione, stima, considerazione, discrezione …
Tutto, purtroppo, è così desueto, io sono una persona molto tollerante, sto nella mia tana e cerco di non scocciare il mio prossimo, rispetto anche nell’ambito del mio vivere più stretto tutti coloro che mi circondano, non intromettendomi nelle loro vite, ascolto pazientemente cosa hanno da dirmi, non pongo domande, tanto a che serve? Chi tace, omette non si aprirà certo solo perché gli vengono posti dei quesiti.
Tante volte, quando sono in strada, capto interrogativi di persone che parlano al cellulare “dove sei? Cosa stai facendo?” , ma che senso ha … questo controllo stupido all’ennesima potenza, ribadisco sciocco, perché la risposte che si possono ottenere sono alquanto discutibili …
Sono convinta, che noi esseri umani siamo veramente banali, io mi metto a capo della lista, credo i gatti siano esseri di gran lunga superiori! Magali mi guarda sempre più trasecolata ed annuisce, è sempre lì in ingresso in attesa della partenza … e quasi quasi voglio credere anche io che il tappeto si leverà in volo, non vi preoccupate abbiamo preso anche il pc, quindi staremo sempre in contatto …
Ed oggi è il mio giorno: quello della verdura! Stasera vi presentiamo questo strudel molto sfizioso!

Strudel agli asparagi
Ingredienti:

1 confezione di pasta sfoglia
600 g di asparagi
1 cipolla bianca
50 g di mandorle a lamelle
6 cucchiai di panna
70 g di Emmental grattugiato
olio di oliva
sale e pepe
1 tuorlo sbattuto
burro per la placca del forno

Preparazione:
pulite gli asparagi e tagliateli a pezzi di circa 2 cm.
Pelate e affettate finemente la cipolla e mettete in una padella antiaderente con un po’ di olio. Aggiungete gli asparagi e fate cuocere per 15 minuti. Togliete dal fuoco.
In un’insalatiera mettete le mandorle, la panna, il formaggio, gli asparagi, sale e pepe, amalgamate bene.
Stendete la pasta sfoglia, disponete il ripieno e arrotolate. Fate cuocere in forno, sulla placca imburrata, per 30 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.
giovedì 15 aprile 2010
Innanzitutto Magali vuole ringraziare tutti gli amici/umani, gli aMICI e gli aCANI vecchi e nuovi che ci seguono (abbiate pazienza lei essendo straniera non ha proprietà linguistiche d'italiano! Non la posso correggere se no si offende!)

Oggi riflettevamo sul fatto di quanto preferiremmo essere ignoranti (su questo Magali non è concorde) , perché a questa caratteristica è strettamente legata la semplicità. Non ci riferiamo alla genuinità nel modo di porci nei confronti del prossimo, non abbiamo la cosiddetta puzza sotto il naso (Magali poi non la sopporterebbe neanche un minuto!), ma vorremmo che il nostro essere interiore non fosse come un labirinto articolato, composto da mille meandri ed anfratti da scoprire. Ogni cosa ci stimola, ci fa riflettere, ci fa scrivere ogni giorno delle betises (= sciocchezze questo l’ha scritto Magali) che voi pazientemente leggete. Questo, a volte, è stancante, ma non riusciamo ad essere diverse. La pelosotta ogni tanto sonnecchia, nella speranza di sopire un po’ questo spiritello da esploratrice dell’anima, ma io non le dò pace e vado subito a porle quesiti, riflessioni ed allora lei pazientemente mi ascolta ed insieme cerchiamo di proseguire. Ha detto che se continua così oltre alle scarpette, menzionate precedentemente, richiede pure un caschetto con la luce, lei ci vede di notte, ma in caso di buio pesto, pesto …
Nei nostri ante ricetta, raramente facciamo riferimento alla realtà che ci circonda, voi non ci crederete, ma siamo arrivate ad un livello di sensibilità tale che, per noi, è veramente una sofferenza seguire le notizie, lo facciamo, ma non riusciamo a comprendere …
... avevamo stilato un elenco di accadimenti che ci hanno colpito, ma cosa importa, domani saranno superati da altri … e noi ogni giorno ci domandiamo come l’uomo si possa definire ancora essere umano.
Siamo vigliacche, viviamo nel nostro mondo, è vero, ma il fatto che voi ci leggiate, che ogni giorno qualcuno si aggiunga, ci fa sentire un po’ utili, speriamo con le nostre parole di dare sempre un impulso positivo a chi ci segue, ognuno di voi così anche solo per una manciata di secondi avrà liberato un po’ la mente e Magali mi suggerisce che: anche pensare al cibo colora la vita!
Se volete scriverci qualche vostra riflessione, non vorremmo annoiarvi con le nostre, saremo liete di pubblicarla.
Ed ora la ricetta del giorno che è la dimostrazione di come con pochissima spesa si possa creare qualcosa di nuovo, originale e buonissimo!


Bignè sorprendenti
Ingredienti per 4 persone:

per i bignè:
150 g di farina
2 dl e ½ di acqua
100 g di burro
4 uova
1 pizzico di sale
per la farcia:
200 g di petto di pollo
6 cucchiai di salsa besciamella (vedi ricetta n° 346 di gennaio)
4 cucchiai di panna
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
1 cucchiaino di timo
olio di oliva
sale e pepe

Preparazione:
in una casseruola mettere l’acqua, il burro, il sale e portare lentamente ad ebollizione, in modo che si sciolga il burro. Togliete la casseruola dal fuoco e versatevi a pioggia la farina setacciata e mescolate. Rimettete sul fuoco lavorando rapidamente con un cucchiaio di legno. L’impasto diventerà presto consistente e morbido e si staccherà dalle pareti.
Togliete dal fuoco e fate raffreddare in fredda immergendo la casseruola in acqua fredda.
Sbattete le uova ed aggiungetele poco per volta al composto freddo.
Preparate 4 bignè grandi metteteli sulla placca del forno imburrate e fate cuocere a 200° per circa 30 minuti.
In una padella antiaderente con un po’ di olio di oliva mettete il pollo tagliato a piccoli pezzi, la besciamella, la panna, prezzemolo, timo, sale e pepe. Fate cuocere qualche minuto finchè il pollo non è cotto.
Tagliate la calotta dei bignè e riempirne ognuno con 4 cucchiai circa di ripieno.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

mercoledì 14 aprile 2010
Innanzitutto ringrazio tutti per l'interessamento per il mio mega scivolone. Sto bene! Anche se un po' violacea! Vogliamo ringraziare Manuela, Martina, Rita e tutte le nuove amiche che ci hanno letto!
Oggi con Magali ci domandavamo come sia difficile far comprendere alle persone che ci sono vicine quando stanno percorrendo la strada sbagliata. Una volta parlavo molto, cercavo di consigliare ora lo faccio solo se mi viene richiesto. E’ molto difficile restare indifferenti agli sbagli enormi altrui, ma credo sia un gesto di amore estremo, ognuno deve vivere la propria vita e fare tesoro delle proprie esperienze giuste e sbagliate …
Essendo molto disponibile con il mio prossimo (Magali un po’ meno), sto parecchio male quando mi trovo in situazioni in cui vorrei far comprendere, ma non mi è possibile, perché dopo un vano tentativo mi rendo conto che le mie parole sono inascoltate …
Ho da sempre dato molta importanza alla forza di volontà, alla capacità di discernere, al sesto senso … è sono convinta che da soli ce la si può fare, SEMPRE. Chi meglio di noi stessi può conoscere quale possa essere il nostro bene? Perché demandare ad altri questo compito? Bisogna avere solo un’estrema fiducia in se stessi e andare avanti. In questo caso il mio difetto di avere la testa dura e di essere molto tenace, mi è di grande aiuto e poi mi sono domandata "Perché affidare i miei dubbi, le mie incertezze ad altri?" Credo che la prima persona in cui riporre la massima aspettativa di successo sia me stessa. Lo so io posso contare su Magali e questa è una gran fortuna, ma ognuno di voi se guarda bene al suo fianco troverà sempre il "suo stesso" pronto ad aiutarlo …
Ed ecco la ricetta di oggi di grande effetto e vi assicuriamo semplicissima, come sempre!


Turbanti al verde
Ingredienti per 6 turbanti:

6 filetti di sogliola
3 filetti di merluzzo
100 ml di panna fresca da montare
1 albume
15 g di burro
sale, pepe

Per la salsa:
250 g di asparagi
2 cucchiai di panna
1 tuorlo
sale e pepe

Preparazione:
imburrate 6 piccole pirofile individuali. Sciacquate i filetti di sogliola, asciugateli, pepateli e rivestite con essi le pirofile.
Scaldate il forno a 180°.
Frullate i filetti di merluzzo, aggiungete l’albume, sale e pepe. Aggiungete la panna al composto e montate con la frusta elettrica, finchè aumenta di volume.
Dividete il composto al centro di ogni pirofila. Mettetele in una teglia a bagnomaria ed infornate per 25 minuti.
Pulite e lessate gli asparagi, scolateli e frullateli, aggiungete il tuorlo, la panna, sale, pepe e mescolate fino ad ottenere una crema omogenea.
Servite i turbanti con la salsa.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.
martedì 13 aprile 2010
Pensando ad una sensazione vissuta non poco tempo fa in merito ad un’importante decisione da prendere, ci chiedevamo se voi, almeno per una volta nella vita, abbiate provato una percezione forte, soffocante, paralizzante: la paura.
A volte è una forma di difesa, un chiaro segnale a non procedere, altre offusca le nostre menti, ci immobilizza al punto tale da non vedere, nella giusta luce, le occasioni che ci si presentano, altre volte è solo dettata dalla non conoscenza, dall’ignoto.
Sarebbe un utilissimo strumento, se solo noi fossimo in grado di estraniarci, di essere al di sopra delle parti, di comprenderne la sua valenza. Sentiremmo, così, quando questa sensazione ci intima di fermarci per non procurarci del male o di trovare il coraggio di superarla per raggiungere traguardi insperati.
Magali è molto saggia ed io l’ho soprannominata la gatta zen, perché mi invita sempre alla calma ed alla riflessione, quando siamo al mare ed usciamo insieme nulla sfugge al suo sguardo, le sue narici percepiscono anche gli odori per me impercettibili, le sue orecchie pelosotte captano i rumori più lontani, lei si sofferma su tutto per ore, per questo motivo chi meglio di lei poteva rispondere al mio quesito: “Come faccio a dare l’interpretazione corretta alla paura?”. Lei mi ha guardato con i suoi occhi smeraldini e porgendomi la sua zampotta mi ha detto “lasciati andare, diventa leggera e segui il tuo istinto, solo così ti sarà dato di capire”. Non è stato semplice, ma ho seguito il suo consiglio: ho cercato, per un momento di allontanare, la paura guardando la situazione non con i miei occhi, come se non dovessi decidere, cose me avessi già superato tutto … mi sono sentita veramente più leggera, serena ed in grado di andare avanti.
Abbiamo voluto raccontarvi tutto questo, perché non tutti possono contare sull’aiuto di una gatta zen e a volte ci si sente smarriti, in preda alla paura di sbagliare e non si riesce ad individuare la strada … Noi ci auguriamo che non dobbiate mai vivere situazioni di questo genere, ma se così fosse, ricordatevi di questo segreto …
Ieri sera c’è stata una scena da “Paperissima”, Helga aveva un piatto in mano e stava andando dal salone alla cucina, speditamente ha camminato sull’angolo del tappeto (la retina antiscivolo non era ben sistemata) ed è scivolata rovinosamente … lunga per terra, puntando il gomito sul pavimento per salvare il piatto che non si è rotto, ma dal contraccolpo il contenuto è volato in aria … per poi ricadere sul pavimento da poco incerato!
Magali è rimasta allibita … Helga non riusciva ad alzarsi … ma per fortuna sta bene, ora il gomito destro è molto dolorante e un po’ gonfio, ma per fortuna avevamo una ricetta di riserva!


Rotelline
Ingredienti per 4 persone:

Per le crepes:
125 g di farina
2 uova
200 g di latte
20 g di burro
una presa di sale
per la farcia:
300 g di ricotta
200 g di spinaci
un tuorlo
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
noce moscata
sale

Preparazione:
in un’insalatiera mescolate le uova con la fatina e il sale, dopo aggiungete dolcemente il latte e il burro fuso. Sbattete bene il composto.
In una padella antiaderente su un fuoco vivace passate velocemente il burro. versate due cucchiai di composto e quando la padella è ben calda muovete in modo che tutto il fondo sia ricoperto da uno strato fine di preparazione, fate cuocere per qualche minuto.
procedete così fino alla fine della preparazione.
Fate bollire in poca acqua bollente salata per 5 minuti gli spinaci puliti e lavati.
Se utilizzate degli spinaci surgelati potete farli cuocere per 5 minuti in una padella antiaderente.
Scolate e fate raffreddare gli spinaci. Strizzateli e tritateli con la mezzaluna.
In un’insalatiera amalgamate la ricotta, il tuorlo, gli spinaci, il sale, una grattugiata di noce moscata e il parmigiano. Mescolate bene. Suddividete il composto sulle crepes e arrotolatele.
Con un coltello tagliate i rotoli in tronchetti 3 cm circa et metteteli in una teglia imburrata.
Potete condire con salsa di pomodoro e besciamella o, come me, con burro fuso e parmigiano grattugiato fresco.
Mettete in forno a 180° per 10 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
lunedì 12 aprile 2010
Vi ricordate quando qualche tempo fa abbiamo parlato dei nostri elettrodomestici?
Udite, udite ora anche il pc portatile di Helga sta facendo le bizze, pulendolo è saltato qualche tasto, dovrò cercare di scrivere tutte parole senza la esse, perché pigiare questo tasto sta diventando un’impresa improba! Confidiamo nel fatto che Fabio arrivi in nostro soccorso …
Oggi mentre cucinavamo riflettevamo sul fatto di come sono differenti gli esseri umani, Magali ed io non conosciamo la noia, anzi le giornate non ci bastano mai … ripensando alle foto scattate a Boston, abbiamo pensato che la difficoltà genera entusiasmo, impegno e voglia di apprendere. Ho iniziato a fotografare verso i 16 anni e mio padre mi aveva regalato una macchina che lui aveva comprato, ma non usava, la “mitica” minolta manuale srT101b. Mentre lavoravo studiavo e con i miei guadagni avevo acquistato l’obbiettivo grandangolare e il tele. Con il tempo avevo iniziato anche a sviluppare le foto in bianco e nero. Ogni volta che rendevo mia un’immagine studiavo i tempi, diaframmi … e cercavo di fare attenzione, anche perché, non avendo molti soldi non potevo correre il rischio di far sviluppare un rullino di schifezze!
Ora le macchine digitali hanno ucciso tutto questo, si scatta senza ritegno, ma quante belle foto si fanno?
Io, per prima, mi ripropongo di non farlo, ma ricado sempre nella trappola “dell’automatico”.
Raccontando a Magali questo mio “spicchio” di vita, abbiamo dedotto che le strade che percorriamo con facilità non sempre sono le migliori, eppure se possiamo tutti noi le prediligiamo. Ci giustifichiamo con noi stessi e troviamo la scusa del tempo, che domani imboccheremo quella più ardua, ma poi …
Di primo acchito crediamo fare meglio, ma vi assicuriamo che “la salita” arricchisce! La pelosa ha detto che vuole comprarsi 4 scarpette per cominciare la scalata!
E’ da pasqua che non pubblichiamo una fotografia di Magali, per evitare che si offenda ed abbandoni il blog provvedo subito! Qui si è appena svegliata, non so come farei senza la sua supervisione!


Ed ecco la ricetta per giorno, mia mamma la preparava come secondo, io la preferisco come antipasto in una cenetta seguita o da un primo o da un secondo o come stuzzichino in un apericena!


Crostini con asparagi
Ingredienti per 4 persone

8 fette di pancarré
16 asparagi
4 fette di prosciutto cotto
8 sottilette
20 g di burro

Preparazione:
pulite e fate cuocere al dente gli asparagi in acqua bollente salata.
Imburrate le fette di pane e su ognuna mettete mezza fetta di prosciutto, due asparagi e una sottiletta.
Metteteli sulla placca del forno imburrata e fate cuocere a 180° per 10 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
domenica 11 aprile 2010
Innanzitutto, forse non ci avete fatto caso, ma abbiamo già trascorso 100 giorni in vostra compagnia!
Volete sapere la verità? Oggi ci siamo riposate, eravamo invitate da una cara amica, di cui vi abbiamo già parlato, che divide la sua vita con la nonna adottiva di Magali!
Questo mi ha fatto riflettere, su come la mia vita sia un continuo intersecarsi di scambi! Mi spiego meglio: oggi ho bussato alla porta della mia amica, maleducatamente a mani vuote, poi nel corso della mia visita le ho risistemato i canali del decoder e sono uscita con un paio di suoi pantaloni sotto il braccio a cui in settimana farò l’orlo. Lo so tutto questo vi può apparire banale, ma se riflettete, se ognuno di noi facesse qualcosa per qualcuno non perché si sente obbligato perchè legato da vincoli di parentela, ognuno sarebbe meno solo e saprebbe di poter fare affidamento su qualcun altro.
Avete già dato un’occhiata alle foto di Boston, che ne pensate?
L’aver rispolverato quelle immagini, ha fatto riaffiorare il desiderio di partire, di andare via …
e chissà, poi adesso avrei una meravigliosa compagna di viaggio, forse un po’ troppo pelosa!
Sono una persona molto particolare, io sto male, penso, medito e poi … agisco!
Vi lasciamo con una foto di nonna Marina!


Oggi vi presentiamo un piatto semplice che cucinava mia madre. Una sera in cui non sapete cosa fare di secondo provatelo e vi stupirà per la sua bontà!


Finta trippa
Ingredienti per 4 persone:

4 uova
300 ml di salsa di pomodoro
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
olio di oliva
sale

Preparazione:
sbattete un uovo e un pizzico di sale e preparate 1 frittata, procedete cozì con le altre 3.
Tagliate ogni frittatina in strisce.
Fate scaldare la salsa di pomodoro con un po’ di olio di oliva e mettetevi le frittate, fate insaporire per 5 minuti.
Spolverizzate con il parmigiano e servite.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

Magali ed io guardiamo spesso questo blog http://nicolepassions.canalblog.com , all'inizio siamo state attirate da Kaline una miciotta di ben 20 anni, poi abbiamo continuato a seguirlo, perchè è pieno di ricette, bricolage e fotografie. Ha un aspetto molto fantasioso, noi non riusciremmo mai a fare una cosa del genere, ed abbiamo visto che c'era la possibilità di vincere questo bellissimo collier, che lei ha messo in palio per l'anniversario del suo blog, ed allora Magali ha detto perchè non tentare? Vi faremo sapere com'è andata a finire!


sabato 10 aprile 2010
Oggi come ante ricetta vi consiglio di andare a vedere la pagina BOSTON (sotto l'intestazione), oggi mi sono persa a digitalizzare vecchie foto che ho pubblicato per voi. Mi sono care per tanti motivi, perchè è un viaggio che ho fatto da sola, le ho scattate con la mia vecchia e amatissima Minolta manuale ed era da tempo che volevo digitalizzarle.
Ce ne sono alcune che, sicuramente non hanno una tecnica eccelsa, ma che io trovo bellissime!
Oggi Magali ed io eravamo sole solette e guardate cosa abbiamo preparato per voi e, soprattutto, PER NOI!



Anello ai frutti di bosco
Ingredienti:
1 confezione di pasta sfoglia
1 confezione di panna da montare
3 cucchiai di zucchero
300 g di frutti di bosco (io ho usato quelli surgelati)
burro per imburrare

Preparazione:
in una scodella mettete i frutti di bosco con 1 cucchiaio di zucchero.
Tagliate 3 cerchi di pasta sfoglia ed all’interno di ognuno tagliatene uno più piccolo, in modo da creare 3 anelli.
Fate cuocere su un foglio di carta oleata imburrato in forno a 180° per 15 minuti.
Montate la panna con 2 cucchiai di zucchero.
Mettete un anello su un piatto da portata, uno strato di panna, un anello, uno strato di panna ed infine il terzo anello decorate con la panna.
Scolate i frutti di bosco dal loro succo e metteteli al centro degli anelli.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
venerdì 9 aprile 2010
Dopo aver scritto il blog ieri, sono andata a vedere se c’era posta e ho trovato la mail della mia amica Laura con la poesia che vi riporto qui sotto.
E’ un appello a tutti coloro che sono vivi e che non si soffermano …
Questa poesia è stata scritta da una adolescente malata terminale di cancro.

DANZA LENTA
Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
O ascoltato il rumore della pioggia
quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare
irregolare di una farfalla?
O osservato il sole allo
svanire della notte?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo?
Quando dici "Come stai?"
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con centinaia di questioni successive
che ti passano per la testa?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio,
"lo faremo domani?"
senza notare, nella fretta,
il suo dispiacere?
Hai mai perso il contatto
con una buona amicizia
che poi è finita perché
tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire "Ciao"?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Quando corri così veloce
per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando ti preoccupi e corri tutto
il giorno, è come un regalo mai aperto . . .
gettato via.
La vita non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.

E stasera Magali ed io siamo sole, solette e quindi ci viziamo con questa ricettina primaverile, che vi invitiamo a provare.



Quinoa di primavera
Ingredienti per 4 persone:

1 bicchiere di quinoa
2 bicchieri di acqua
2 zucchini
200 g di piselli
300 g di asparagi
1 cipolla bianca fresca
3 cucchiai d’olio di oliva
sale
salsa di soia

Preparazione:
risciacquate la quinoa sotto l’acqua corrente.
Buttate la quinoa in due volte il suo volume di acqua fredda salata. Portate ad ebolizione, coprite e lasciate cuocere per circa 12 minuti, finchè i semi della quinoa non siano “esplosi” (praticamente si devono aprire),
se vedete che manca acqua aggiungetela finchè non arrivate alla cottura.
Pulite, lavate e tagliate a dadini gli asparagi e gli zucchini. Affettate la cipolla pulita e fatela soffriggere, in una padella antiaderente con l’olio, aggiungete gli zucchini, gli asparagi, i piselli e regolate di sale. Fate cuocere per una ventina di minuti.
Aggiungete alle verdure la quinoa e un po’ di salsa di soia secondo il vostro gusto.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
giovedì 8 aprile 2010
Magali ed io riflettevamo sul tempo, su questa primavera che stenta a prendere forma, scommettiamo che tutti voi un mese fa avete pensato che non avevate nulla da mettervi per questa stagione intermedia ed invece, per lo meno qui, a Torino, siamo sempre vestiti come un mese fa! Pensavamo di non vedere più giornate così grigie ed invece …
Questa è una lezione di vita: non dar mai nulla per scontato. Si lo diciamo, ma in quanti lo mettiamo in pratica? Se sapessimo che questi sono i nostri ultimi giorni li vivremmo sicuramente in modo diverso.
Tempo fa lessi un libro molto bello di Paulo Coelho “Veronika decide di morire”, in cui la protagonista tenta il suicidio, ma viene salvata e il medico, per spronarla a provare ancora gioia nell’esistere, le mente dicendole che, a causa di una malattia, le rimane poco tempo da vivere.
In Veronika, giorno dopo giorno, cresce la consapevolezza del bene inestimabile che ha a disposizione e i suoi giorni, che lei crede gli ultimi, diventano pieni, felici e soprattutto vissuti. Aveva deciso di morire, perchè non riusciva neanche a sopravvivere ed ora, credendo di non avere scampo, riesce gioiosamente ad amare la vita e a non sprecarne un istante, apprezzando e provando emozioni prima sconosciute o sottovalutate.
Voi che ci seguite avrete compreso, che Magali ed io siamo un po’ fuori dalla norma, prendiamo spunto dalle piccole cose, come un grigio giorno primaverile, per guardare meglio dentro noi stesse. La pelosotta ci riesce benissimo con i suoi occhi magici ed ora mi sta insegnando qualche segreto!
Noi non ci permettiamo di darvi consigli, ma solo vi invitiamo a soffermarvi …
Oggi la ricetta del giorno ha un sapore un po’ esotico …


Pollo al lime
Ingredienti per 4 persone:

quattro fette di petto di pollo
succo e scorza di tre lime
1 pizzico di zafferano
olio di oliva
25 g di mandorle a lamelle
2 cucchiai di miele
1 cucchiaino di timo
2 cucchiai di menta tritata
sale e pepe

Preparazione:
preparate una marinata con il succo e la scorza grattugiata del lime e lo zafferano, mettetevi il pollo e lasciate riposare per 10 ore.
Togliete il pollo dalla marinata e mettetelo in una padella antiaderente con un po’ di olio. Fatelo friggere da ambo le parti per qualche minuto a fuoco vivo, abbassate il fuoco ed aggiungete le mandorle, il timo, la menta, sale e pepe.
Mescolate alla marinata il miele e versatelo sul pollo. Coprite con un coperchio e fate cuocere per 20-30 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
mercoledì 7 aprile 2010

Oggi vi presentiamo una nostra amica Paris (Magali ed io abbiamo l’abitudine di dare un nome proprio a tutto) sì come Paris Hilton, l’abbiamo trovata a Parigi il 29 dicembre 2009 vicino ad un cestino dei rifiuti, era molto malconcia e l’abbiamo raccolta.
Non sapevamo neanche che pianta fosse e come andasse curata. La sera stessa Helga è andata a cena in un ristorante giapponese e sulle pareti vede delle fotografie , le guarda e non crede ai suoi occhi le foglie delle piante fiorite raffigurate sono identiche a quelle di Paris. E’ un’orchidea, così ci documentiamo è il curarla non è cosa facile, soprattutto perché non abbiamo propriamente il pollice verde (non abbiamo neanche capito se Magali ha il pollice, figuriamoci verde!). Leggiamo che deve vivere in un ambiente caldo umido e luminoso, così la sistemiamo sul davanzale del bagno, dove già vive il cactus (chiamato case popolari, perché quando l’abbiamo piantato era uno ed ora se ne sono formati una miriade!). Le parliamo con amore e lei sembra si trovi bene.
La foglia piccola che vedete al centro si è sviluppata a casa nostra e se osservate bene un’altra minuscola sta nascendo. E’ spuntata anche una radice o il germoglio di un fiore … non sappiamo.
Vi raccontiamo questo, perché abbiamo intrapreso quest’impresa senza aspettative (un vivaista, da cui l’abbiamo portata per una “visita” ci aveva detto che nelle condizioni in cui era non l’avremmo salvata), ma noi testarde, senza esperienza, armate solo di amore e volontà abbiamo voluto tentare.
L’abbiamo incoraggiata, spronata ad andare avanti, a vivere. E così è stato!
Noi ci aspettiamo che fiorisca, noi siamo solo contente che cresca, perché così ci ha dimostrato che sta bene in nostra compagnia e che l’amore può fare miracoli!
Ogni volta che guardiamo le sue nuove foglie, sono un invito ad impegnarci ed andare avanti anche nelle imprese che ci appaiono impossibili!
Ed ecco la ricetta del giorno, semplice come vi avevamo annunciato ieri, perché oggi abbiamo lucidato i pavimenti, oltre a tutto il resto! Magali è contentissima, perché i gamberi sono il suo pesce preferito!

Gamberi primavera
Ingredienti per 4 persone:

600 g di code gamberi
600 g di asparagi
2 scalogni
1 dl di vino bianco
olio di oliva
sale

Preparazione:
sciacquate i gamberi, asciugateli, toglietegli il guscio ed il filino nero con uno stuzzicadenti o un coltellino.
Pulite gli asparagi e tagliateli a pezzi.
In una padella antiaderente fate soffriggere gli scalogni pelato e affettato finemente con un po’ di olio, fate poi saltare gli asparagi per 5 minuti, aggiungete i gamberi e il vino, salate e fate cuocere per 10 minuti fino all’evaporazione del vino.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

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