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Magali

Magali
sabato 24 novembre 2012
Sono qui rinchiusa in albergo, perché negli unici giorni di riposo si hanno imprevisti di salute, ma pazienza … per fortuna c’è internet e così bighellono un po’ di qua e di là e dopo aver girovagato mi domando, perché?
Sono stanca perché a volte i blog, le ricette di cucina sono volte solo allo stupire, all’apparire più che all’essere. Vengono cucinati cibi astrusi, che non passerebbe mai di mangiare ...
Purtroppo non ho la mia fedele assistente al mio fianco, perché è ospite da un’amica e vi assicuro trattata come una regina, tale è ovviamente il suo rango, quindi non ho risposte per questa mia questione, posso solo dire che io, ormai dal lontano 1995, non mangio carne e non ne sento assolutamente la mancanza, quindi non posso sapere se si cucinano tali animaletti per virtuosismo culinario o perché se ne ha una gran voglia di mangiarli. Tutto questo mi fa riflettere sul fatto che tutti quanti noi, indipendentemente, da cosa ci cibiamo, dovremmo fare l’esercizio, ogni tanto, di avvicinarci a tale fonte di energia, solo ed unicamente spinti dalla fame?
Quante volte ci accade?
In questi giorni ho provato veramente mangiare con estremo appetito al punto di non capire più nulla e interrompere il lavoro per poter addentare voracemente un panino, ebbene era da tempo che non provavo una sensazione del genere, spesso mangio per abitudine, noia, golosità, ma mai spinta da reale appetito.
Spero, questa volta, di essermela cavata anche senza l’aiuto della mia mitica gatta zen!
Vi parlo invece di un altro gatto che sta a cuore a molti, il tenero Giacomo, prima di assentarmi per lavoro ho avuto il tempo di andare due giorni a vedere come sta e l’ho trovato bene, aveva solo un occhietto che spurgava un po’ e spero si rimetta a posto. Insieme a lui sono arrivati anche tutti i suoi amici pelosotti, tutti belli in carne, visto che prima di partire i nostri amici, Pia e Roby, avevano lasciato loro la mangiatoia ben riempita.
Ecco una foto di come ho trovato il pelosotto, da me soprannominato in inverno, bollitore peloso!


Da quando ho visto questa ricetta, che ho seguito pari pari, sul blog della mia amica Loredana, ho sempre voluto cucinarli, poi ho sempre rimandato, perché ero convinta che la preparazione fosse lunga ed invece mi hanno piacevolmente stupito. Mi sono piaciuti, perché rimangono “tenaci” rispetto a quelli di patate, quindi se avete ospiti, potete farli cuocere un pochino prima e farli saltare in padella al momento di portarli in tavola.
Sono arrivata a casa, ho tante cose da raccontarvi prossimamente, prometto che ci rivedremo presto, vi lascio ora a questa torta semplice, ma ottima e ... a presto.


Gnocchetti di ceci di Loredana ai carciofi
Ingredienti per 4 persone:
Per 4 persone
220 gr farina più un pò
160 gr ceci lessati (io ho usato quelli in scatola, peso da sgocciolati)
1 spicchio di aglio intero
2 uova
2 carciofi
1 limone
½ bicchiere di vino rosé
prezzemolo
olio extravergine di oliva
6 cucchiai di parmigiano grattugiato fresco
sale
6 cucchiai di parmigiano grattugiato fresco

Preparazione:
frullate i ceci con le uova, poi incorporate la farina setacciata, un pizzico di sale e impastate con le mani fino ad avere un impasto morbido, ma di una certa consistenza.
Sulla spianatoia infarinata formare dei salsicciotti (1,5 cm) poi tagliateli a gnocchetti.
Rigateli sui rebbi di una forchetta.
Pulite i carciofi, affettateli sottilmente e metteteli in una scodella con acqua e il succo di limone.
In una padella fate rosolare 5 cucchiai di olio con uno spicchio di aglio, aggiungete i carciofi sgocciolati, sale e il mezzo bicchiere di vino. Cuocete a fiamma alta per 5 minuti, aggiungete il prezzemolo, mescolate e togliete dal fuoco.
Lessate gli gnocchetti in abbondante acqua bollente salata, scolateli dopo 4' che saranno venuti a galla, scolateli poco per volta con una schiumarola e metteteli nella padella con i carciofi.
Con quattro cucchiai di parmigiano preparate in una padella antiaderente quattro cialde.
Al momento di servire, spolverizzate con due cucchiai di parmigiano e fateli saltare un attimo.
E come dice “leccatevi i baffi”
martedì 13 novembre 2012
Quando ho visto che la ricetta del mese erano le arancine (mi piace molto parlarne al femminile) mi sono sentita smarrita, volevo demordere e non pensavo di riuscire a farcela. Per fortuna, ormai lo sapete, ho la fortuna di condividere la mia vita con Magali, che mi supporta, ma soprattutto sopporta, così sono andata subito da lei per ottenere sostegno morale. Già il momento non era dei migliori visto che lei stava beatamente acciambellata sul cuscino sul divano, ma dovete sapere che io quando devo chiederle qualcosa non resisto e non ho esitato, con suo sommo dispiacere, a svegliarla. Le ho spiegato alla veloce la situazione, lei non ama le lungaggini, i giri di parole superflue e futili, esternandole i miei timori. Lei ha risposto prontamente, solo perchè desiderava rimettersi a dormire, "Tenta, mettiti alla prova, tanto noi partecipiamo solo per il gusto di esserci". In effetti con le sue semplici parole mi ha illuminato, io faccio parte di questa tenzone, solo per il gusto di esserci e per null'altro. Proprio oggi ripensavo alle molteplici piccole e grandi sfide che ho intrapreso nella mia vita, e tantissime mi hanno fatto sorridere per la loro originalità e quindi anche questa delle arancine sarà l'ennesima da ricordare con ironia, soprattutto pensando quando a fine giornata ho urtato il manico del padellone profondo dove avevo fritto le suddette ed è caduto dell'olio, parecchio direi, che si è insinuato in modo subdolo ed inspiegabile, sulla mia parte destra impregnando tutta la mia amata tuta dalla chiappa fino alla caviglia, nel forno, in un cassetto casualmente aperto, dentro il cellulare, ma, come sempre, cerco di vedere il lato positivo e mentre continuavo ad inzuppare stracci e, poi, a sgrassare, dicevo a me stessa, menomale che non era bollente e si era già raffreddato e, soprattutto, Magali non era nei paraggi! Ed in effetti è proprio così bisogna sempre essere contenti, perchè se si analizza a fondo qualsivoglia evento ... poteva andare peggio.
Devo confessare ed esternare a voi che "mai più toccherò le sacre sponde" ovvero mai più ritenterò l'impresa epica delle arancine!
Sono contenta di essere riuscita, ero terrorizzata che si spappolassero, e questo non è successo, ma, la preparazione per me, per il mio carattere è stata troppo lunga. Tutto ciò è anche influenzato dal fatto che non amo i fritti e soprattutto prediligo i chicchi di riso ben staccati, ma devo dire che in famiglia questE arancinE sono state gradite anche dai più maschilisti!
Ringrazio Roberta, di cui abbiamo seguito fedelmente la ricetta, che mi ha dato la possibilità di sperimentarmi e vincere la fobia dello spappolamento e l'MTC che mi dà la possibilità di mettermi alla prova ed imparare sempre cose nuove.

Ecco la nostra versione:




Tris di arancine
Ingredienti:
Per il riso
1 kg di riso originario (alcuni usano il Roma)
2,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
una bustina di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.


Per il ripieno "alla finta carne" con ragù alla soia e piselli (per circa 6 arancine) ho seguito questa mia ricetta pubblicata tempo fa, un pochino modificata:
1 cipolla rossa
50 g di fiocchi di soia
4 dl di brodo vegetale (potete usare un dado)
1/2 lattina di passata di pomodoro (io ho usato del pomodoro fresco passato, che congelo sempre a settembre)
½ bicchiere di vino rosé bicchiere
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di zucchero
olio di oliva


Per il ripieno "al burro" con pancetta, taleggio e besciamella (per circa 6 arancine):
50 g di pancetta dolce a dadini togliete bene tutto il grasso
80 g di taleggio
100 ml di latte + 10 g di farina + 5 g di burro + sale q.b. per la besciamella

Per il ripieno di Magali con pesce (per circa 6 arancine):
100 g di filetti di merluzzo
20 g di pinoli
20 g di uvetta sultanina
2 cucchiai di aceto balsamico
sale
olio di oliva

Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)
800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale

Per la panatura (ne resterà molto anche qui)
700-800 g di pangrattato

Per la frittura
3 l di olio di semi di mais (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)


Preparazione:
il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparate il brodo vegetale con gli aromi. Una volta pronto, rimuovete la carota, il sedano e la cipolla di cottura e sciogliere lo zafferano nel brodo. Regolate di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fate appassite la cipolla tagliata finemente. Versate il riso e fate tostare un pochino. Versate nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.
Fermate la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergete il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecate con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovate l'acqua fredda dentro il lavello.
Una volta tiepido, versate il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservate in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Anche il ragù è bene prepararlo in anticipo, sia per comodità sia perché anch'esso dovrà essere freddo al momento della preparazione delle arancine.
cuocete i fiocchi di soia nel brodo vegetale, circa 10 minuti dall’ebollizione. A fine cottura scolateli bene.
Pelate ed affettate finemente la cipolla e mettetela in una padella con un po’ di olio di oliva.
Aggiungete la soia, zucchero e sale, aggiungete il vino e fate evaporare dolcemente. Aggiungete la passata e mescolate di tanto in tanto. Fate cuocere per circa 30 minuti.
Aggiungere i piselli, mescolate delicatamente e cuocete per altri 5 minuti, lasciare raffreddare il tutto.
Per il condimento "al burro", preparare una besciamella vellutata (e con il giusto grado di sale, anche questo servirà a dare sapore al ripieno) e lasciate raffreddare.
Una volta fredda, aggiungere il pancetta e il taleggio tagliati a tocchetti piccoli e amalgamare.
Per il condimento di Magali in una padella con un pochino di olio, fate soffriggere il pesce a tocchetti, aggiungete i pinoli e l’uvetta, salate, sfumate con l’aceto balsamico e fate saltare per 5 minuti.

Cominciate dalla preparazione della "lega". Versate l'acqua in una scodella profonda, aggiungete la farina, una bella manciata di sale e amalgamate bene con una frusta. Tenete da parte e passate alla creazione delle arancine.

Iniziate la preparazione delle arancine tonde o ovali come preferite. Una volta terminato, lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.

Tenendo la palla di riso con una mano, con il pollice dell'altra mano create un buco in alto e al centro e cominciate ad allargarlo spingendo sia verso il basso che sui lati. Posate nuovamente la palla di riso sul vassoio e passate alle altre, fino a completarle tutte.
Se prevedete di fare anche quelle ovali, procedete con queste prima di passare al ripieno delle precedenti. In questo caso, con il pollice occorre fare una pressione al centro per lungo, spingendo anche in questo caso verso il basso e sui lati.

Con la punta delle dita prendere un po' di ragù con i piselli e inserirle all'interno del buco precedentemente creato.
Poi chiudere l'arancina: un po' spingendo "la conza" - il condimento - verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. Girare l'arancina tra le mani per darle la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posare l'arancina con il ripieno sul vassoio e passare ad un'altra, fino a completarle tutte.
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con il secondo ripieno.
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con il terzo ripieno.

Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passare alla "lega". Date qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergete singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole poi sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Fate in modo che la lega scoli un pochino dall'arancina al vassoio e non finisca a fiotti dentro il pangrattato creando un mezzo pappone che poi finisce sulla superficie delle arancine. Scolando, tra l'altro, la lega resta uno strato sottile, sottile sarà la panatura e sottile e croccante sarà la crosticina finale.

E ora la panatura.
Versate il pangrattato dentro una teglia e, ad una ad una, passate ogni singola arancina dentro il pangrattato, pressandole bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie delle arancine e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.

E finalmente la frittura!
Versate l'olio in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà ben-ben-ben caldo, immergere le arancine per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie.
Servite e mangiate calde.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
lunedì 5 novembre 2012
Come scrivevo oggi ad una mia amica, ho sempre tante cose da raccontarvi, ma si accumulano, perchè sono proprio una pigrona ... Magali non ha nulla da ridere, in quando in questo periodo, in cui la sua pellicciotta sta diventando sempre più fitta e folta, trascorre gran parte del suo tempo a dormire e non ama molto essere disturbata!


Dicevo ho sempre tante cose da raccontare e, a volte, non so da che parte cominciare ... spesso ne metto qualcuna da parte e il "mucchio" aumenta sempre più.
Questo accade, perchè il tutto si intreccia alla vita reale, quotidiana, alle emozioni condivise ...
Raccontare per filo e per segno può risultare noioso e credo, conti, l'essenza, ciò che ne traggo, quelle famose perle di saggezza di cui vi parlavo l'altra volta, che fanno sì che la vita sia sempre variegata.
Per il mio carattere, a volte, mi pare di trascorrere una vita, a tratti noiosa, ma in realtà, nel mio piccolo, sono fortunata e, rispetto a molti, riesco a fare parecchie cose.
Oggi vi parlo di una mostra che ho visto quest'estate, sulla principessa Grace di Monaco, donna di gran classe, che in ogni occasione ha saputo essere all'altezza di un ruolo molto difficile sottostando alle regole del savoir faire con molta naturalezza.



L'esposizione non contava molte fotografie e gigantografie, ma è stato bello, perchè dislocate in vari punti, all'aperto e non, del magnifico villaggio Les Baux de Provence. Guardare la mostra è stata una piacevolissima occasione per rivalutare queste stradine con scorci inaspettati resi ancora più vivi dai colori splendenti e dai netti contrasti esaltati dalla stupenda giornata di sole.

 


 

Ed è proprio quest'aria così estiva che mi ha fatto pensare alla ricetta di oggi, perchè il colore tema del contest di Cinzia e Valentina è l'arancione luminoso, brillante, quindi ho unito le sensazioni di gioia, calore, vividezza ad ingredienti autunnali.
Ed ecco, ovviamente con la supervisione di Magali, cos'ho preparato, con estrema soddisfazionae, una ricetta fatta, mangiata e pubblicata subito, subito.



Il sole a colazione
Ingredienti per 14 pancakes:
150 g di farina
20 g di zucchero
1 cucchiaio di lievito
1 pizzico di sale
800 g di zucca (200 g di polpa di zucca cotta)
1 uovo
180 g di latte
2 cucchiaini scarsi di semini di vaniglia
1 cucchiaino scarso di spezie miste (cannella, badiana, garofano, cardamomo)
burro per ungere la padella

Per accompagnare:
2 clementine
1 cucchiaio di zucchero
150 g di succo di clementine
50 g di zucchero

Preparazione:
la notte precedente pelare “al vivo” gli spicchi delle due clementine.
Spremere le altre clementine in modo da ottenere 150 grammi di succo.
Mettete con delicatezza gli spicchi in un contenitore, cospargeteli con un cucchiaio di zucchero e con il succo, mettete il coperchio e ponete in frigorifero.
Pelate la zucca, tagliatela a tocchi mettetela in una pirofila coperta con un foglio d’alluminio, in forno a 180° per circa 20 minuti. Fate raffreddare e scolate bene e mettete in un contenitore in frigorifero. Quest’operazione la potete fare anche il giorno successivo.
L’indomani mattina togliete i contenitori dal frigorifero.
Scolate ancora i pezzi di zucca e frullateli, utilizzatene 200 grammi.
In una terrina mettete la farina setacciata, lo zucchero, il lievito, il sale e mescolate.
In un’altra terrina mettete la polpa di zucca, l’uovo, la vaniglia, le spezie e amalgamate bene il tutto, aggiungete piano il latte e amalgamate. Aggiungete pian piano a pioggia il composto “secco” e amalgamate bene.
In una padella antiaderente unta di burro, fate cuocere i pancakes.
Togliete gli spicchi e adagiateli su un piatto, in una padella mettete il succo delle clementine filtrato e 50 grammi di zucchero e fate cuocere per circa 20 minuti finchè non si addensa, mettetevi gli spicchi, girateli, lasciate sul fuoco per un minuto.
Irrorare con lo sciroppo i pancakes al momento di servire e guarnire con gli spicchi.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

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