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Magali

Magali
domenica 22 febbraio 2015
Sono una persona a cui piace scoprire cose nuove, assaggiare nuovi sapori. A Parigi amo andare per negozietti vari e proprio, durante la mia ultima permanenza, nel mio supermercato asiatico mentre girovagavo nel reparto frutta e verdura, la mia attenzione è stata subito attirata da questo frutto, soprattutto per il suo colore desueto per qualcosa di naturale e commestibile: un incredibile rosa shocking ... e quindi non potevo non comprarlo!
Tramite internet ho appreso che si chiama frutto del drago, si mangia semplicemente tagliandolo a metà e con un cucchiaino, è succoso ed il gusto è simile ad una pera incrociata con un kiwi. Aiuta l'eliminazione delle scorie contenute nel nostro corpo, è ricco di vitamina C, calcio e fosforo. Ha anche un alto contenuto di antiossidanti. Voi l'avete visto in Italia?
Qui, a Torino, piove e fa ancora freddo, quindi ho colto l'occasione per preparare un'altra ricetta tratta dal ricettario del caffè svedese a Parigi, di cui vi avevo parlato in questo post
una zuppa semplice, ma avvolgente e confortevole come un abbraccio. Sullo sfondo della seconda foto fa capolino il mio pane integrale fatto con il lievito madre un'accoppiamento veramente vincente per chi ama le cose semplici.

Zuppa di broccoli allo zenzero – Broccolisoppa med ingefära
Ingredienti per 4 persone:
1 cipolla gialla
2 cime di broccoli
1 l di brodo vegetale
1 dl di panna
zenzero grattugiato fresco
sale
pepe
olio di oliva

Preparazione:
fate rinvenire la cipolla affettata sottilmente in una casseruola con dell’olio di oliva. Aggiungete i broccoli puliti, lavati e tagliati a pezzi. Aggiungete il brodo vegetale e fate cuocere per 20 minuti, passate la zuppa al mixer, aggiungete poi la panna e lo zenzero grattugiato fresco, portate ad ebollizione, salate e pepate.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
domenica 15 febbraio 2015
Oltre al tormentone del timore di ingrassare, le mie amiche sono a conoscenza di un altro: il famoso riordino!
A differenza di molti, sono una persona che cerca di ascoltare le parole elargite dalle persone care e, in questo frangente, devo ringraziare la mia amica Bruna, che mi ha dato il prezioso consiglio: di procedere “senza pietà”. Questa frase riecheggia nella mia mente ogni qual volta mi metto all’opera: mi affretto lentamente in quest’opera di riordino (vi assicuro che non salto un giorno), ma vado avanti e questo è l’importante.
Proprio in questo periodo mi son trovata sottomano questo libro: “Manuale di pulizie di un monaco buddista” dall’apparenza insignificante, ma l’ho sfogliato e ne ho tratto alcuni spunti che hanno rafforzato il mio pensiero, mi hanno stimolato e, quindi, ho pensato di condividerle con voi.

“Fare pulizie non è semplicemente togliere lo sporco, ma è in stretta relazione con lo spazzar via le nubi che oscurano la nostra anima.
Siate grati alle cose che vi sono state utili e quando non ne avete più realmente bisogno fatele risplendere di una luce nuova donandole a chi ne può fare buon uso. Questo significa averne cura.
Zengosaidan è un’espressione idiomatica zen che significa “non pentirti di ciò che hai fatto in passato, non preoccuparti per il futuro e dedicati con tutte le tue forze a non avere mai rimpianti”, questo concetto nel contesto delle pulizie dell’anima si traduce nella regola del non rimandare a domani quello che puoi fare oggi.”

E’ difficile dar via tante cose, ma veramente gli spazi per quanto grandi, non possono contenere l’inverosimile, io ho tantissimi vestiti, a volte mai indossati, borse quasi nuove, libri di arredamento, bricolage mai utilizzati, servizi di bicchieri, vassoi che non uso più e ho imparato a donarle, le persone che desiderano riceverle a me fanno una grande cortesia e loro sono entusiasti di cose praticamente nuove.
Io mi sento serena, ho ancora tanto lavoro da fare, ma mi guardo indietro e vedo quello che ho già fatto e non posso che concludere con: “Grazie Bruna!”. Dimenticavo ho ancora foto scattate a Parigi da pubblicare prossimamente!

Ed ora una ricetta per me vegetariana, ma saporita per tutti.

Polenta's sandwich
Ingredienti per 4 sandwich:
200 g di farina per polenta
1 peperone giallo
1 zucchina
1 carota
1 scalogno
2 cucchiai di aceto balsamico (facoltativo)
olio di oliva
formaggio di capra
parmigiano grattugiato fresco

Preparazione:
preparate la polenta (potete usare benissimo quella precotta o va benissimo se l’avete avanzata) e mettetela in una pirofila a raffreddare.
In una padella con un pochino di olio fate soffriggere lo scalogno affettato sottilmente, aggiungete le carote tagliate a julienne, e fate cuocere qualche minuti, poi il peperone a striscioline e dopo qualche minuto aggiungete la zucchina anch’essa taglia a julienne e l'aceto balsamico, salate e fate cuocere per una decina di minuti.
Tagliate dei cerchi di polenta con un coppapasta di circa 8 cm di diametro.
Mettete in una teglia un cerchio di polenta, poi la verdura, e una fetta di formaggio di capra, un altro cerchio di polenta, un’altra fetta di formaggio di capra e spolverizzate con il parmigiano grattugiato.
Infornate affinchè il formaggio si sciolga.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
mercoledì 11 febbraio 2015
Questa volta Helga, per la prima volta e per svariati motivi, ha deposto le armi e, quindi, come avete già capito, mi sono occupata io di tutto per il mitico MTC

Non sono potuta uscire di casa e ho dovuto arrangiarmi con quello che avevo e vi confesso l’assenza del termometro, quindi scusatemi se questi baci sono molto, ma molto artigianali. Ribadisco, quindi, l’importanza di esserci sempre e solo per la contentezza di partecipare.
Per la ricetta ho seguito le indicazioni di Annarita che sono state veramente utili, dimezzando solo le dosi, in quanto come leggete nel post precedente non volevo assolutamente aumentare, in tutti i sensi, il timore di Helga.
Ed ora vi spiego il senso del mio bigliettino: il 14 febbraio Helga festeggerà l'anniversario di matrimonio e saranno ben 28 anni! Ed io ho colto al volo l'occasione per esternarle i miei auguri in modo originale. E, allora, che bacio sia, ovviamente il mio è un po' personalizzato!
Kiss Cat
Ingredienti:
35 ml panna fresca
120 g cioccolato fondente 72% con granella di cacao
30 g zenzero candito 30
30 g granella di mandorle 30 g
48 mandorle intere
250 g cioccolato fondente

Preparazione:
tritate finemente il cioccolato fondente al 72% e mettetelo da parte. Scaldate la panna in un pentolino fino a poco prima dell’ebollizione. Appena la superficie si increspa e si vedono le prime bollicine, toglietela dal fuoco. Versate velocemente il cioccolato tritato in precedenza e mescolate energicamente fino a che tutto il cioccolato non si sia sciolto perfettamente. Tagliate a pezzetti piccoli lo zenzero. Tritare con la mezzaluna le mandorle.
Prendete 24 mandorle, tagliatele nel senso della lunghezza a metà (sicuramente una metà si spezzerà) e poi accorciatele un pochino.
Unite la granella di mandorle e lo zenzero e mescolate. Mettete in un luogo fresco a raffreddare completamente. Deve avere una consistenza morbida e non troppo liquida.
Riempire un sac a poche e formare delle sfere delle dimensioni di una piccola noce (ma tutti conoscete la misura dei Baci). Poneteli su un foglio di carta da forno o una velina e metteteli al fresco o 1 minuto in frigo, giusto per dargli più compattezza.
Prendeteli tra le mani e fateli roteare per dare una forma più tondeggiante.
Prendete le mandorle tagliate a metà e posizionatele a coppia, a mo’ di orecchie, sulla sommità di ogni pallina.
Schiacciatele leggermente all’interno della ganache, affinchè si fissino sulla stessa. Con queste dosi, a seconda della grandezza, si possono avere da 12 a 15 baci. Metteteli da parte.
A questo punto bisogna temperare il cioccolato.
Tritate il cioccolato fondente e fatelo sciogliere a bagnomaria, facendo attenzione, perché l’acqua NON DEVE entrare in contatto MAI con il cioccolato, altrimenti il cioccolato è da buttare. Consiglio di non far bollire l’acqua per evitare schizzi o sbuffi di vapore e di asciugare bene sotto il recipiente non appena si solleva dalla pentola sottostante.
Si può fondere il cioccolato anche nel forno a microonde, a potenza bassa e dando 10 secondi alla volta e mescolare, continuando fino a che tutto il cioccolato risulti fluido.
Versate i 2/3 del cioccolato fuso su un piano di marmo, e con due spatole di metallo allargate il cioccolato e poi riportatelo al centro, ripetendo l’operazione 2/3 volte fino a quando cambia consistenza e diventa più viscoso. La temperatura in questo modo si abbassa velocemente fino a 27°/28°C .
Attenzione a non formare grumi, il cioccolato alla fine deve essere liscio. Se dovesse succedere e fossero molti, fondere di nuovo. A questo punto rimettete il cioccolato nel recipiente con il restante terzo del cioccolato, che sarà ancora caldo. Mescolate bene con una spatola (non una frusta per non incorporare aria) per far risalire a temperatura di lavorazione, 31°C nel caso del cioccolato fondente. Misurate la temperatura con il termometro. Un grado in più è tollerato. Se la temperatura è ancora troppo alta si procede di nuovo a rovesciare un po’ di cioccolato, questa volta un po’ meno e si fa la stessa operazione. Se invece la temperatura fosse troppo bassa si scalda un pochino, se siete fortunati sarà salita a 31°C, altrimenti rifate l’operazione di raffreddamento.
Quando il termometro vi dà 31/32°C il cioccolato è pronto a usare.
Prendete i vostri baci e con l’aiuto di una forchettina trampateli nel cioccolato.
Tuffateli 1 o 2 alla volta dentro il recipiente del cioccolato temperato e scolateli con l’aiuto di una forchettina. Potete utilizzare anche una forchettina di plastica alla quale avrete tolto i rebbi centrali, così sgocciola meglio.
Depositateli su un foglio di carta forno e lasciateli asciugare. I baci sono pronti da confezionare e regalare.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

domenica 8 febbraio 2015
Non ho propriamente, come si suol dire, una salute di ferro, ma più “cresco” più mi rendo conto di quanto sia una persona molto fortunata.
Sono contenta della mia vita, della mia età, pur non essendo “una bellezza” sono contenta di come sono fisicamente (e qui ci vuole un inciso dedicato a tutte le donne che alla mia età over “anta” hanno dei complessi e ricercano costantemente l’approvazione altrui: perdonatemi, ma sono schietta di natura, se non vi siete accettate finora è veramente triste, perché è meglio orientare le vostre energie verso altre attività più costruttive), del mio cervello, ma, soprattutto, della mia capacità di arrivare ad essere anche molto giù di morale, “toccare il fondo”, ma ritornare subito a galla, ritrovare sempre, anche nei momenti critici, in me stessa una forza che ogni volta stupisce anche me.
Lagnarsi a che serve? Domandarsi il perché dell’accanimento della mala sorte, senza soffermarsi sul fatto che finchè ci siamo e ci alziamo la mattina siamo già veramente privilegiati, è assolutamente inutile e rientra nella perdita di tempo.
A questo punto chi ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui si domanderà il perché scrivo tutto ciò … semplicemente, perché vorrei portarmi sulla “mia strada”, mi piacerebbe voltarmi e vedere che un elevato stuolo di persone la pensa come me, ma perché ne è veramente convinta e lo dimostra quotidianamente.
Basta con le lamentele su problemi assolutamente risolvibili e, come direbbe la saggia Magali, con il “bouder”. Come si fa? Siate felici dentro di voi e se non vi riuscite rimboccatevi le maniche e trovate una ragione per esserlo e se ancora non vedete possibilità non vi resta che sperare nella prossima vita di soffrire al tal punto da evolvervi.
Non voglio tediarvi oltre …
Essendo anch’io fallace ho una paura sciocca a cui penso spesso in questo periodo ho compiuto 53 anni e prima o poi la signora menopausa arriverà anche per me e temo di ingrassare. Finora sono stata una donna molto fortunata, mangio quello che mi pare e quest’estate senza alcuna dieta, non ne ho mai fatte nella mia vita, anzi solo una ingrassante … ero e sono tuttora così, praticamente mi vanno ancora bene i jeans di quando avevo 18 anni ... cimelio che conservo ancora.
Proprio per questo ho iniziato a comprare e leggere libri e durante il mio ultimo viaggio a Parigi, ne ho comprati alcuni del dottor Dukan, vi assicuro, sicuramente anche per l'abilità della presentazione e del fotografo le ricette ivi contenute appaiono invitanti. Non seguo assolutamente la dieta, ma volete che non iniziassi a sperimentarne qualcuna? Visto che "come si suol dire prevenire è meglio che curare", quindi ho iniziato col preparare la ricetta che vi propongo oggi, vi assicuro assolutamente saporita e da mangiare senza demoralizzarso. Uso la prima persona singolare e non plurale, perchè Magali non l'ha proprio assaggiata! Ho utilizzato, come era indicato da Dukan, il tofu cremoso, io l'ho acquistato in Francia e non so se qui si trova, ma sicuramente anche quello un pochino più solido va benissimo al massimo si può aggiungere qualche cucchiaio di latte di soia.
Tortino tofu e spinaci Dukan
Ingredienti per 4 persone:
400 g di spinaci
2 uova
200 g di tofu cremoso
1 cipollotto
1 cucchiaino di basilico
½ cucchiaino di origano
4 cucchiaini di crusca di avena
sale

Preparazione:
lavate gli spinaci e fateli cuocere in acqua bollente salata per due minuti, scolateli.
Tritateli grossolanamente.
Preriscaldate il forno a 180°.
Mettete gli spinaci in un’insalatiera e aggiungete le uova sbattute, il tofu cremoso, il cipollotto tagliato finemente, il basilico, l’origano e la crusca di avena.
Amalgamate bene il tutto.
Mettete il composto in una teglia antiaderente.
Fate cuocere 20 minuti, poi coprite con un foglio di alluminio e proseguite la cottura ancora una decina di minuti.
Servite caldo.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
domenica 1 febbraio 2015
Continuo il mio itinerario attraverso la città che amo e per condurvi, se vi fa piacere in luoghi insoliti. Si sto parlando proprio di Parigi dove riesco sempre a trovare qualche piccola chicca, luoghi magici, non frequentati dai turisti, delle oasi di pace in trovare rifugio dal caos della città, in cui, semplicemente, vedere una mostra di fotografia per poi confortarsi con la zuppa del giorno, un crostone con salmone su pane casalingo oppure, come ho fatto io, con una bevanda calda e una torta casalinga. Ora vi svelo il segreto: è l’Istituto di cultura svedese, una vera oasi di pace, la sala del caffè è semplicemente deliziosa, priva di orpelli, con la cucina a vista, il bancone dove  è esposto tutto ciò che si può gustare, il tutto unito da gentilezza e sorrisi.
Ed è proprio qui che ho trovato "Il ricettario del caffè svedese" ed eccomi immortalata nel momento dell'acquisto!
Ed è proprio dal ricettario del caffè da cui ho tratto questa squisitezza.
Vi cito proprio le parole del ricettario: “cosa c’è di più accogliente in una casa che il profumo delle brioches quando escono dal forno! Le “Kanelbullar” stanno alla Svezia come i croissants alla Francia e sono deliziose gustate ancora calde. Se le preparate il giorno precedente, prima di gustarle conviene farle scaldare.
Ho seguito la ricetta diligentemente, effettuando la conversione da decilitri a grammi (gli svedesi misurano in dl, ad esempio, la farina e lo zucchero), ho solo dimezzato le dosi e utilizzato, al posto del lievito di birra, il lievito madre, la mia adorata Matilde.
Con questa ricetta partecipiamo con grande piacere al contest di Coccola Time e Il fior di cappero.
Tra parentesi trovate le dosi se utilizzate il lievito di birra. Ed eccole qua si possono fare a "girella" oppure come le abbiamo fatte noi. E' un dolce che coccola di cui si sente il bisogno di questi tempi e in questo periodo ancora così freddo!
Brioches alla cannella originali svedesi - Kanelbullar
Ingredienti per brioches
Per l’impasto:
74 g di lievito madre (15 g di lievito di birra)
160 g di farina (210 g di farina)
100 g di latte (125 g di latte)
Un pizzico di sale
150 g di zucchero
30 g di burro

Per la farcitura delle brioches:
21 g di zucchero
10 g di cannella
15 g di burro morbido
1 uovo sbattuto

Preparazione:
in una terrina mettete il lievito madre e aggiungete lo zucchero, il sale e il cardamomo in polvere. Fate fondere il burro in una casseruola ed aggiungete il latte. Togliete dal fuoco e lasciate che raggiunga la temperatura ambiente ed aggiungetela dolcemente al lievito. Aggiungete la farina pian piano e impastare finchè il composto non risulti liscio ed elastico, non deve incollarsi alle pareti della terrina. Dato che ho utilizzato il lievito madre ho fatto lievitare tutta la notte, utilizzando il lievito di birra bastano due ore.
Una volta che l’impasto sia ben lievitato, mettetelo su un piano di lavoro leggermente infarinato, impastatelo, poi stendetelo con il matterello. Formate un rettangolo i 40x20 cm et spennellatelo con del burro fuso e poi spolverizzate con un mélange di zucchero e cannella. Arrotolate la pasta: la potete tagliare a fette di circa 3 cm e avrete, così, una girella oppure a fette di circa 7 cm in cui pratichere 3 incisioni. Mettete le brioches sulla placca del forno ricoperta di cartaforno. Lasciate lievitare ancora lievitare 30 minuti mettendovi sopra uno strofinaccio pulito.
Preriscaldate il forno a 200° e prima di infornarle spennellatele con l’uovo sbattuto, lasciate cuocere 10-15 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!” o meglio “Lick mustasch!”

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