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Magali

Magali
domenica 25 ottobre 2015
Non so se avete sentito la nostra mancanza all'inizio della sfida, credevate che questa volta non saremmo state presenti (pure noi) e invece eccoci qua a partecipare, consentiteci, temerariamente all'MTC
Abbiamo seguito le istruzioni di Patrizia vincitrice del mese scorso e la grafica di Daniela. Il tema era il pollo ripieno, ma prima bisognava disossarlo ...
 
Post scritto dal 5 al 25 ottobre.
Il pollo …
A chi avrà la pazienza di “ascoltare” racconto com’è andata. Appena letto il tema del mese, l’ho comunicato all’ultradoppio, che ha subito apprezzato la ricetta “carnivora”.
Gli ho chiesto la gentilezza di passare a casa di sua mamma per vedere se ci fosse un trinciapollo, lui zitto zitto ritorna con il suddetto utensile e un apposito coltello dalla lama lunga, lunga tutti e due nuovi di zecca.
Dopo aver letto attentamente i vari passaggi dico a me stessa non tanto “Non ce la posso fare” ma “Perché farlo?”
Magali si rifiuta subito di sostituirmi adducendo scuse del tipo “Non riesco con le zampotte a lavorare così di fino”, l’ultradoppio, dopo aver letto il procedimento, non se la sente, quindi non rimane nessun altro.
Vado al negozio e cambio “gli attrezzi” alquanto impressionanti per una vegetariana incallita (la mia scelta risale al 1995) con una bella copertona di pile.
Quindi desisto …
L’altra notte sogno mia madre, passata a miglior vita come si suol dire (sarà poi vero?) vent’anni fa, che mi mostra il pollo già pronto farcito e cucito … ‘sto sogno mi lascia perplessa e mi dico “La fama dell’MTC ha superato i confini del tempo e dello spazio!”
Continuo a desistere …
Dopo qualche giorno mi viene in mente una cottura inusuale, non so se già utilizzata da qualche altro sfidante, perché ho solo visto di sfuggita le foto su FB, ma non ho letto nel dettaglio le ricette, ma imperterrita
Continuo a desistere …
Mentre riordino trovo tutti i fogli tratti dal blog (Patrizia e Daniela) diligentemente stampati a inizio mese, poi mentre nuoto, le migliori intuizioni le ho in piscina, mi balena un’idea, un filo conduttore, legato alla Francia, terra da me tanto amata.
Continuo a desistere …
La ricetta sta prendendo forma: farcitura, cottura, salsa, manca il contorno.
Continuo a desistere …
Contorno trovato, venerdì pronta esco per andare a comprare il pollo, poi ci ripenso.
Continuo a desistere …
Oggi sabato mattina mi alzo di buon ora, vado dal mio macellaio, vedo quel pollo con ancora il capo, i bargigli e torno indietro
Continuo a desistere …
Ma non vado a casa, mi dirigo, come posseduta, verso il supermercato, entro e … ho comprato il pennuto che non aveva più nè penne nè testa, né zampe, sono arrivata anche al punto di parlargli mentre lo mettevo nel carrello, e,poi, dico a me stessa “Non ti preoccupare, prima di salire in casa lo butti”.
Tornata a casa l’ultradoppio mi chiede se fossi già andata al mercato, io pian piano tiro fuori dalla sporta “la bestia” subito battezzata Ignazio, dal santo odierno come d’abitudine, lui mi guarda attonito, poi appena si riprende si rende conto che non abbiamo né trinciapollo, né coltello adatto … io ormai determinata vado dai gentili signori che abitano di sopra e chiedo se hanno un trinciapollo, vedo uno sguardo terrorizzato e mi appresto a spiegare che non voglio eliminare la loro vicina che da mesi con il suo rumore mi rende le notti insonni, ma devo partecipare all’MTC, loro continuano a guardarmi stravolti, ma poco importa, con l’utensile in mano scendo trionfante e, al contempo, spaventata.
Racimolo tutti i possibili coltelli e armata di tutto punto inizio … è stato terribile, l’ultradoppio che fotografava e che al contempo mi dava istruzioni tratte dalla “Treppolli” di Patrizia con infografica di Daniela, la Treccani al confronto non è nessuno, io ho fatto del mio meglio, lo so Ignazio non è perfetto è pure un po’ sbilenco, ma “ogni scarafone è bello ‘a mamma soia”. Molti, sapendo che sono vegetariana da 20 anni, non condivideranno la mia scelta di partecipare, ma io cucino sempre la carne per i carnivori di casa, questa prova è stata dura ve l’assicuro, un’esperienza che non ripeterò sicuramente, ma il mio esserci è l’espressione del mio carattere tenace, l’MTC è una gara e come tale va presa, una sorta di impegno con il resto della “truppa”, questa volta il “vento” non tirava propriamente a mio favore, come nella maggior parte della mia vita, ma volgarmente “ho stretto le chiappe”, e come in altri frangenti, spesso con il cuore in gola, mi sono rimboccata le maniche e sono andata avanti.
Ci sono una marea di foto a testimoniare che è tutta “farina del mio sacco”; alla fine ho detto all’ultradoppio: “Basta con gli scatti, ‘sto pollo è stato più fotografato di Cindy Crawford!”. Lui a lavoro finito ha detto: “Sei stata coraggiosa, sono soddisfatto di te” e io posso concludere che il mio pollo Ignazio è stato un gran filosofo e spero di avergli dato degne esequie e ringrazio l’ultradoppio per le foto e "l'affettamento" e Magali per il sostegno.
Ho preferito la cottura al sale, perché ho pensato che il pollo con tutta la sua pelle sarebbe risultato meno grasso che arrosto, non ho aggiungo albumi al sale, in quanto proprio il grasso sprigionato dal pollo durante la cottura ha reso la crosta da rompere bella morbida.
Pollo Ignazio
Ingredienti:
un pollo eviscerato di 1,2 kg - il mio Ignazio
200 g di spinaci lessati
220 g di salame cotto in unica fetta
un uovo
la mollica di un panino raffermo
una carota
1 cucchiaio di Calvados
2 kg di sale grosso
una manciata di erbe di Provenza

Per il contorno 4 tortini:
una mela cotogna
una noce di burro
due patate
100 g di panna da cucina
60 g di Cantal
sale
pepe
per il caramello:
4 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di acqua
½ cucchiaino di sale

Per la salsa:
150 g di panna da cucina
40 g di brodo fatto con gli scarti del pollo
1 cucchiaino di senape di Digione (me lo sono dimenticato)
1 cucchiaino di maizena
3 cucchiai di calvados
sale
pepe

Preparazione:
per il pollo ho proseguito seguendo le istruzioni di Patrizia e Daniela, riportate alla fine della ricetta.
Per il ripieno: eliminate dagli spinaci lessati tutto il liquido, metteteli nel robot con il salame cotto tagliato a pezzi e tritate finemente, aggiungete la mollica rafferma di un panino, rinvenuta in acqua e strizzata, il cucchiaio di calvados e l’uovo, amalgamate il tutto. Non ho aggiunto né sale, né pepe, perché il salame cotto era speziato il giusto.
Pulite la carota.
Mettete il ripieno nel pollo al centro posizionate la carota, ricucite.
Mescolate due chili di sale con una manciata di erbe di Provenza, in una pirofila mettete un fondo di sale facendolo andare anche sui lati posizionate il pollo e ricoprite abbondantemente.
Mettete in forno preriscaldato a 180° e fate cuocere 1 ora e mezza.
Tolto dal forno attendete trenta minuti e poi procedete a togliere la crosta del sale, con un pennellino togliete tutti i cristalli.
Avvolgete in carta forno e poi alluminio e conservate in frigorifero fino al giorno successivo così sarà più semplice affettarlo.
Per i contorno:
pelate la mela cotogna tagliatela a tocchetti, in una padella fate sciogliere una noce di burro e fate cuocere le mele che diventeranno caramellate.
Pelate le patate affettatele a rondelle e fate cuocere in acqua bollente salata per tre minuti. Scolatele.
In un pentolino mettete la panna fate scaldare, aggiungete il formaggio grattugiato, mescolate finchè non si scioglie e regolate di sale e pepe.
Nelle formine mettete strati di patate alternate alla composto e fate cuocere per 10 minuti in forno a 180°.
Sformate e sopra mettete qualche dadino di mela caramellata precedentemente scaldata in padella.
In una padella mettete lo zucchero, l’acqua, il sale, quando si è sciolto, quindi caramellato, togliete dal fuoco mescolate con il cucchiaio di legno finchè non si solidifica un pochino e poi passatelo velocemente sui tortini.
Per la salsa: in un pentolino mettete la panna e il brodo di pollo, mescolate e fate scaldare, aggiungete la maizena con il calvados, mescolate finchè non si addensa aggiungete sale e pepe.
Tagliate a fette il pollo, scaldatelo in forno coperto da un foglio di alluminio.
Servitelo accompagnato dal tortino e dalla salsa.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”


Infografica di Daniela
Istruzioni di Patrizia
1. Prendete il vostro busto di pollo eviscerato, pulito e fiammato per eliminare eventuali residui di piume. Rinfreschiamo subito un po' di anatomia andando a lussare entrambe le cosce. Con il busto del pollo dritto di fronte a voi, dovrete infilare il pollice della mano sinistra (se non siete mancini) nella cavità intestinale fino a toccare l'articolazione dell'anca. Con l'altra mano tirate indietro la coscia rompendo l'articolazione. Il femore deve uscire dalla cavità dell'anca. Fate la stessa cosa con l'altra coscia.
2. Dovete togliere la forcella dello sterno. E' una delle operazioni più delicate: ruotate il pollo sempre in posizione supina, con il petto verso di voi. Spingete indietro delicatamente la pelle della cavità del collo. Toccate la polpa del petto intorno alla cavità e potrete percepire la forcella. Incidetela con la punta del coltello.
3. Con il coltello raschiate la carne intorno alla forcella in modo da farla apparire, quindi con delicatezza recidetela al vertice con il trinciapollo, facendo attenzione a non bucare la pelle.
4. La forcella è libera anche se l'osso lungo è ancora all'interno e verrà eliminato successivamente.
5. Adesso ruotate nuovamente il pollo e mettetelo con il petto a contatto con il tagliere. Tenetelo schiacciato con una mano ed incidete nel centro della spina dorsale scendendo dal collo alla coda. Qui troverete resistenza all'inizio ma poi proseguendo sarà molto più agile. Aprite quindi il pollo a libro. Via via che procedete nel lavoro, asciugatevi bene le mani cercando di averle sempre prive di grasso che inevitabilmente potrebbe rilasciare il volatile. Il coltello deve essere sempre ben fermo nella vostra mano.
6. Procedendo dall'alto verso il basso e dalla colonna verso l'interno, fate scorrere la lama del coltello appoggiandola alla cassa toracica ed incidendo in profondità, cercando i raschiare bene la polpa dalle costole. Procedete con calma da una parte e poi dall'altra.
7. A questo punto avrete quasi terminato la parte più difficile. La gabbia toracica sarà quasi completamente staccata dal petto. Resterà lo sterno che potrete sollevare e staccare dal basso verso l'alto. Una volta inciso nella lunghezza, si staccherà completamente il resto dell'ossatura. Toccate il bordo del petto all'altezza del collo ed eliminate la parte lunga della forcella sempre incidendo con la punta del coltello. Tenete la carcassa da parte.
8. Adesso grattate via la polpa dalle ossa delle anche e staccate l'osso dalla giuntura della coscia con il trinciapollo. L'osso lungo della coscia sarà invece lasciato al suo posto per mantenere una bella forma finale.
9. Tagliate con il trinciapollo le ali all'altezza dell'articolazione. Quindi rimuovete il resto dell'ala in corrispondenza delle giunture. Spingete con il dito la pelle dell'ala all'interno della cavità che si sarà formata dopo l'eliminazione dell'osso.
10. Il vostro pollo è disossato. Palpate con le mani la carne di tutta la superficie per sentire se qualche piccola scheggia di osso sia rimasta ed eventualmente eliminatela. Procedete a stendere il ripieno con cura.
11. Sollevate i lati del volatile per richiuderlo, fate coinciderei lembi di pelle con grazia e procedete alla cucitura. Cominciate dal collo e scendete cucendo senza tirare troppo la pelle perché con la cottura, tenderà a gonfiarsi e ritirarsi con il rischio di spaccarsi e rovinare tutto il vostro paziente lavoro. Potete usare filo da cucina o filo di seta a vostro piacere.
12. Una volta cucito il vostro polletto avrà più o meno questo aspetto. Legate le cosce per mantenere la forma in cottura.
13. Inumidite un largo foglio di carta da forno ed avvolgetevi stretto il pollo chiudendolo come un caramellone.
14. Avvolgete il caramellone in un lungo foglio di alluminio e legatelo con dello spago per dare definitivamente una forma cilindrica al vostro pollo. Adesso potete mettere in frigo per 2/3 ore o se preferite, per tutta la notte fino al momento di cuocerlo. Per la cottura bollita (ad esempio per la galantina), potrete lasciare il vostro pollo direttamente avvolto come indicato.
15. Per la cottura al forno, eliminate la carta, condite l'esterno del pollo massaggiandolo con sale e pepe quindi strofinatelo con piccoli fiocchi di burro che serviranno a mantenere morbida la pelle durante la cottura.
16. Una volta cotto, questo sarà più o meno l'aspetto del vostro pollo. Qualora capitasse la piccola sventura di rompere la pelle, non succede niente. Si va avanti e si porta in fondo l'operazione. Sarà probabilmente meno aggraziato ma avrete sempre raggiunto un grande traguardo. Non sarà uno strappo che pregiudicherà la bontà e la riuscita della ricetta. Ricordatelo!
Nonostante le critiche non eccelse, sono andata a vedere questo film 
Maria Altmann, interpretata magistralmente da Helen Mirren, è un’ebrea austriaca riuscita a fuggire con il marito negli Stati Uniti al tempo della persecuzione nazista. Negli anni ’90 lo stato austriaco decide di adottare una politica di restituzione di opere d’arte rubate dai nazisti ai privati cittadini.
Tutto coincide con la morte della sorella di Anna e lei si ritrova a leggere le vecchie “carte” lasciate appunto dalla sorella, tra queste trova i documenti che provano che uno dei più famosi dipinti di Austria, “Ritratto di Adele Bloch-Bauer” di Gustav Klimt, appartenuto alla sua famiglia è detenuto indebitamente dallo stato austriaco.
Maria inizia una battaglia per la restituzione del quadro, non tanto per il valore intrinseco, ma come risarcimento per tutto quello che lei e i suoi familiari hanno subito a causa delle persecuzioni naziste.
Al suo fianco, dapprima riluttante, l’avvocato Randon Schoenberg, figlio di una sua cara amica, interpretato da Ryan Reynolds. Sono proprio le origini ebree di Randon che lo coinvolgono nel caso, fino ad essere lui stesso a spronare Maria, ad andare avanti nonostante i primi intoppi, ed a perseguire l’obiettivo in nome di una giustizia che, pur a distanza di anni, deve assolutamente trionfare.
Il percorso si rivela impervio, perchè il governo austriaco non vuole cedere la “Dama d’oro” e il film si svolge coinvolgendo lo spettatore in un vortice di emozioni, legate al presente e a flashback sulla passata sofferenza e le umiliazioni subite, all’atmosfera gioiosa che si respirava durante l’infanzia di Maria, in questa grande casa in cui viveva tutta la famiglia, compresa la “zia Adele” una donna bellissima e dolcissima, il cui famoso dipinto faceva da protagonista sopra il caminetto.
Questo desidera Maria rientrare in possesso della sua infanzia, della sua serenità, desidera che il suo risarcimento sia quello dei tanti che non ci sono più o non hanno la sua determinazione.
E’ necessario accostarsi a questo film, non pretendendo di andare a vedere un documentario, ma solo una storia vera di persone comuni, è a tratti angosciante, ma lo consiglio, semplicemente perchè noi siamo la  gente comune e la sofferenza non ha patria, nè etnia, e, soprattutto, la giustizia dovrebbe sempre trionfare. Piacerà sicuramente a tutti coloro i quali hanno amato “Philomena”.
Non sempre riesco a partecipare, ma questa volta non potevo mancare, perchè la vincitrice del contest the the recipe-tionist della mitica Flavia
è Patrizia che conosco attraverso FB, è bravissima, fa delle torte stupende, e ha due bellissimi gatti Popeye e Mister Grey, e proprio quest'ultimo per le sue pose "plastiche" mi ha rapito il cuore.
Ho "spulciato" accuratamente il suo blog, ma alla fine ho fatto la prima ricetta che mi era apparsa, perchè ero alla ricerca di un dolcetto "da trasporto" e poi mi avevano colpito gli aggettivi "facile e veloce" che accompagnavano la descrizione. Io ho fatto mezza dose e ne sono venuti 11, sono ottimi per utilizzare gli albumi in eccesso e io ne avevo per l'appunto 4 surgelati. Per farla breve 4 sono andati a "casa" della gentile signora che abita sotto casa mia, mentre i restanti a Milano come conforto per una giornata di lavoro per mio marito e i suoi collaboratori. Il mio ultradoppio, pur indaffarato, mi ha mandato un sms "ottimi, assolutamente da rifare". Quindi seguite il mio esempio e ... friandate gente, friandate!

Friands all’arancia e cioccolato di Patrizia
Ingredienti per 11 friands:
4 albumi
60 g di farina di mandorle
60 g di farina 00, setacciata
125 g di zucchero a velo
½ cucchiaino di lievito
un pizzico di sale
100 g di burro sciolto
50 g di gocce di cioccolato
buccia di arancia grattugiata.

Preparazione:
riscaldate il forno e portiamolo ad una temperatura di 180° C.
In una ciotola lavoriamo gli albumi giusto per un minuto con una frusta o con un mixer, devono risultare schiumosi. Io ho utilizzato una semplice forchetta.
in un'altra ciotola unite la farina di mandorle, il sale , la farina e lo zucchero a velo setacciato, il lievito e la scorza dell’arancia.
Nella stessa ciotola create una fontana e unite l’albume sbattuto, con una spatola mescolate tutti gli ingredienti delicatamente, unite il burro fuso tiepido e continuate a mescolare fino a che il composto risulti liscio e omogeneo, aggiungete una parte delle gocce di cioccolato, mescolate bene.
Fate riposare il composto per 10 minuti.
Con un pennello per alimenti imburrate la teglia per i muffin, solo imburrare non infarinare!
Passati i 10 minuti di riposo, distribuite il composto negli appositi stampi per muffin riempiendoli per 3/4.
Sulla sommità di ognuno mettete qualche goccia di cioccolato.
Cuocete i friand per 15 minuti, quando saranno di un bel colore dorato sfornateli e fateli raffreddare su una griglia.
Spolverizzate, se volete, con dello zucchero a velo. Io non l’ho messo, perché erano troppo belli così!
E come dice Magali “leccatevi i baffi!” e un miao a Popeye e Mister Grey.
domenica 18 ottobre 2015
La pubblicità di questo film invadeva le varie gallerie del metrò di Parigi, quando ci sono andata l’ultima volta e mi ero ripromessa di andarci quando fosse uscito da noi.
Voi dovete sapere che non amando la mia città esco malvolentieri e vado al cinema che sta nella via in cui abito, ma stavolta questa pellicola non era in programmazione lì. L’ultradoppio, stranamente era libero di sabato, e mi ha proposto di andare al cinema, quindi ho volto al volo l’occasione.
Ben, Robert de Niro, è un pensionato vedovo che, pur avendo sperimentato mille attività e passatempi, si annoia moltissimo senza un impegno lavorativo, quindi coglie al volo l’occasione di svolgere uno stage presso una ditta di vendita online di abbigliamento.
La trentenne fondatrice dell’azienda Jules, Anne Hathaway, è una donna che ama il proprio lavoro svolgendolo con cura e dedizione, incapace di delegare arrivando così al punto di non aver tempo ed energia per la propria vita privata.
Jules, dopo aver vinto le prime diffidenze nei confronti del settantenne, pacato, efficiente, sempre con la parola giusta al momento giusto, tra i due si crea un rapporto di amicizia, lei si rende conto di avere al proprio fianco un consigliere saggio e arguto, un collaboratore professionalmente valido e desideroso di imparare le nuove tecnologie, una persona disponibile e sagace.
Ben con le sue doti riesce veramente a diventare, come si autodefinisce, lo “zio” dell’ufficio e con la sua disponibilità umana non può che affascinare e travolgere tutto lo staff, compresa anche Fiona, l’attraente massaggiatrice incaricata di allentare le tensioni in ufficio, con cui inizierà una relazione.
Che dire il film, non ha nessuna pretesa se non quella di far star bene lo spettatore ed in questo raggiunge perfettamente lo scopo, scorre fin troppo velocemente tra battute, problemi di vita quotidiana ed alla fine rimane solo il rammarico di non avere un “Ben” a portata di mano, una presenza rassicurante, una parola amica e confortante.
Una commedia che consiglio vivamente a tutti coloro che desiderano ridere, sorridere, vedere scorci di una New York che rapisce il cuore e vi dico che sono stata talmente bene che quasi quasi vado a rivederlo!
Al cinema oggi ho incontrato una cara amica Mary con sua mamma, sono stata tanto contenta, perché abbiamo avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere, che di solito scambiamo via mail.
Voi direte e che c’è di strano e io vi risponde che vado al cinema lontano da casa mia in media due volte l’anno (e non sempre allo stesso), che Torino ha circa 900.000 abitanti, quindi pensate quanto sia la possibilità di incontrare qualcuno che si conosce …
Coincidenze della vita che fanno riflettere sul fatto che ci crediamo o meno il destino riveste sempre una posizione determinante nella nostra esistenza.
Ho già utilizzato questa pasta (trovate anche il riferimento al sito di Ambra),  replicandola ho aggiunto il bicarbonato e, non avendola consumata tutta in una volta, per riscaldarla ho utilizzato il microonde che vi consiglio vivamente, perché rimane morbida.
Questo ripieno è molto saporito e ve lo consiglio vivamente.

Torta salata saporita
Ingredienti:
per la pasta per una tortiera di cm 23 di diametro:
250 g di farina
125 ml di acqua
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
1 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio

Per il ripieno:
2 zucchine
2 melanzane piccole
2 peperoni rossi piccoli
2 cipolle bionde
2 spicchi d’aglio
80 g di panna di soia
1 uovo
150 g di feta
1 cucchiaino di origano
olio d’oliva
sale
pepe
pane grattugiato

Preparazione:
per la pasta: in un recipiente (io ho utilizzato un comune robot da cucina) mettete la farina, il bicarbonato di sodio, il sale e l’olio e aggiungere, poco per volta l’acqua finchè non si otterrà un impasto elastico, ma non troppo compatto. Avvolgere la pasta matta nella pellicola e farla riposare per almeno 30 minuti.
Pulite le cipolle e affettatele sottilmente. Lavate e mondate le altre verdure e tagliatele a pezzetti, mettetele da parte.
In una padella scaldate l’olio d’oliva e soffriggete la cipolla, aggiungere le altre verdure e fate saltate il tutto a fiamma viva finchè non saranno tenere.
In un recipiente sbattete l’uovo, unitevi la crema di soia, la feta tritata grossolanamente, l'origano e regolate di sale e pepe.
Stendete la pasta in una sfoglia sottile, rivestite una tortiera precedentemente foderata con carta forno, bucherellate la pasta con i rebbi di una forchetta e mettete dentro le verdure saltate. Versate sopra il composto di uovo e crema di soia, rigirate la pasta matta in eccesso verso l’interno della tortiera.
Spolverizzate con il pane grattugiato.
Infornate a 180° per 25-30 minuti. Lasciare raffreddare e servire.
E come dice Magali "leccatevi i baffi!"

domenica 11 ottobre 2015
Ebbene sì qui nel nostro blog è ancora estate …



All'inizio dell'estate avevo visto questo video e mi ero riproposta di fare questa ricetta. Lo so l'estate è trascorsa da un pezzo, ma non ce la faccio ad aspettare i prossimi caldi per proporla!
E' un pochino difficoltosa rispetto a quanto appare nel video, perchè le pesche scivolano un pochino quando si arrotola. Consiglio vivamente di usare gli stampini "usa e getta", perchè si possono anche rompere nel caso non si riuscisse a "sformare" i dolcetti.
Un altro consiglio imburrateli più che bene. Se non avete voglia di guardare il video potete andare qui







Rose di pesca
Ingredienti:
2 pesche nettarine
1 rotolo di pasta sfoglia meglio se rettangolare
zucchero
cannella
burro

zucchero a velo per guarnire
sabato 3 ottobre 2015
Forse “la vecchiaia” mi induce a riflettere ancor di più sull’essenza della felicità.
Al di là della retorica sul fatto che questo stato d’animo non esista, io sto diventando una cultrice di tante piccole cose che mi danno gioia.

Felicità è …
Guardare la forma delle nuvole

Nuotare nella piscina deserta
Aromi, profumi che inondano la cucina e danno il senso di “casa”
Stare in piedi!
I commenti sul blog
Cenare con il mio amico parigino e ridere fino alle lacrime
Il riuscire a vedere sempre il bicchiere “mezzo pieno”
Ridere guardando le smorfie buffe di Magali
Leggere un libro seduta su una panchina al sole
Realizzare un sogno
L’affetto delle mie amiche

L’elenco sarebbe, per fortuna, molto lungo, ma non voglio annoiarvi. Il mio era solo un invito affinchè ognuno di voi riesca a vedere la vita in “rosa”, perchè l’attimo felice, passa proprio accanto a noi, sta solo a noi afferrarlo!
Ed ora vi lascio a ciò che rende veramente felice Magali, lei adora rotolarsi sul marciapiede di cemento, ovviamente, lurido che c’è al mare! Ognuno, come vedete, ha le proprie ambizioni!
Ecco il video di Magali!
Proprio pensando ai momenti felici e, per cercare di spiegarvi meglio, sapete quando vi sovviene il desiderio di ritornare indietro nel tempo, è proprio com'è capitato a me l'altro giorno, ero desiderosa di una torta semplice, come faceva mia mamma per merenda e solitamente invitava anche tante sue amiche e la casa si riempiva di chiacchiere allegre. Ho preso spunto da questa ricetta di Stefania lei l'ha farcita con un'ottima crema al latte, io ho preferito lasciarla nature. Vi assicuro che la cucina era inondata da un profumo d'altri tempi: quello del ricordo!
Torta paradiso
Ingredienti per uno stampo di 23x23 cm:
4 uova
4 cucchiai di acqua calda
120 gr di zucchero
100 gr di farina 00
100 gr di amido di mais
100 gr di burro
1 bustina di lievito
la buccia grattugiata di un limone
un pizzico di sale
zucchero a velo 

Preparazione:
sciogliete il burro a bagnomaria, mentre si raffredda separate tuorli dagli albumi. Mettete i tuorli in una ciotola aggiungete i 4 cucchiai di acqua calda e lavorate con le fruste elettriche finché non si ottiene un composto spumoso; unite il burro fuso e un pizzico di sale e continuate a sbattere. A parte setacciate la farina, il lievito e l'amido di mais, aggiungete a questi 100 gr di zucchero e la buccia di limone grattugiata. Unite le polveri al composto liquido e amalgamate bene sempre usando le fruste.
Aggiungete agli albumi i 20 g di zucchero rimasti e montate a neve ben ferma; unite gli albumi al composto di tuorli e farina mescolando dal basso verso l'alto facendo attenzione a non smontarli. Versate, quindi, in uno stampo per dolci e cuocete in forno preriscaldato a 160°-170° per 30-40 minuti. 
Una volta tolta dal forno, mettete a raffreddare su una gratella e poi spolverizzate con zucchero a velo.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

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